Sono diverse le imprese che decidono di acquistare auto aziendali e, in genere, si rivela un investimento vantaggioso sul piano economico (si parla solitamente di un risparmio del 30-40% sul prezzo di listino): questo genere di veicoli hanno infatti in genere tra i 6 mesi e i due anni di età. A partire dal prossimo anno sarà necessario però prestare ancora più attenzione ai modelli su cui si deciderà di puntare: si preannuncia infatti, come previsto dalla Legge di Bilancio 2020, una stretta sulle auto aziendali più inquinanti.
Massima attenzione in fase di acquisto
La nuova Legge di Bilancio ha introdotto una novità di rilievo per tutte le aziende che sono dotate di flotte da dare in dotazione ai propri dipendenti e collaboratori.
A partire dal 1° luglio è prevista l’entrata in vigore di una norma che diventerà più rigida nei confronti delle auto aziendali più inquinanti. L’imposta è stata rimodulata proprio sulla base del livello di emissioni di ogni veicolo. Una scelta che potrebbe fare discutere, ma che è coerente con la linea di tendenza che stanno seguendo ormai tutte le case automobilistiche, rivolte alla realizzazioni di vetture attente all’ambiente e con consumi ridotti.
Le imprese che acquisteranno auto aziendali nel 2020 dovranno prestare attenzione al calendario. L’imposta si applicherà infatti ai contratti firmati dopo il 30 giugno 2020 e ai veicoli di nuova immatricolazione, mentre per quelli in essere non cambia nulla. Nessun rischio di stangata, insomma, per quelle realtà che posseggono auto che hanno qualche anno di vita alle spalle e che non hanno intenzione di cambiarle.
Come cambia il fringe benefit
Gli imprenditori che stanno pensando di rinnovare il proprio parco auto dovranno quindi prestare attenzione anche a una caratteristica ben precisa della vettura: il livello di emissioni.
La tassazione coinvolgerà i mezzi con emissioni superiori ai 160 grammi per chilometro. Le auto aziendali in uso promiscuo (vale a dire utilizzate dal dipendente sia per lavoro sia in privato) verranno così suddivise in quattro differenti fasce. Il fringe benefit sarà quindi minore per chi punterà su un modello green. Per le aziende che sceglieranno veicoli con un livello di emissioni di CO2 fino a 60 g/km il fringe benefit sarà pari al 25%, si sale al 30% per emissioni di CO2 superiori a 60 g/km e fino a 160 g/km, è invece stato fissato al 40% per i livelli tra 160 g/km e non superiori a 190 g/km, infine, sarà al 50% per livelli superiori a 190 g/km. Per quanto riguarda i chilometri di percorrenza convenzionale, come spiega Il Sole 24 Ore, bisognerà attendere l’aggiornamento delle tabelle dell’ACI.