Tempi duri in Spagna per chi è alle prese con il fisco. Dopo Leo Messi, Cristiano Ronaldo e José Mourinho, anche Sete Gibernau, pilota che ha militato a lungo in MotoGp, si deve difendere dall’accusa di evasione fiscale. Il centauro, secondo i primi riscontri, avrebbe evaso 774.000 euro nelle dichiarazioni dei redditi e patrimoniali del 2006, ultima sua stagione da professionista. L’Agenzia Tributaria spagnola, rappresentata dall’Avvocatura dello Stato, ha chiesto per lui due anni e mezzo di carcere.
Una grana inaspettata da risolvere
Sete Gibernau rischia il carcere. Una situazione inaspettata, che farebbe paura a chiunque. L’ex pilota spagnolo, attuale coach di Dani Pedrosa, è infatti accusato di frode fiscale. L’ipotetico reato risalirebbe al 2006, ultima stagione da professionista. In base ai rilievi effettuati dall’Agenzia delle Entrate, l’uomo non avrebbe dichiarato 774.000 euro.
Il caso era stato archiviato in fase investigativa, ma il Tribunale di Barcellona ha fatto ricorso e stamane è stata avviata l’audizione. Secondo l’accusa Gibernau, con residenza fiscale a Châtel-Saint Denis, tra il 2000 e il 2006, fece finta di vivere in quella località svizzera durante il suo ultimo anno come pilota professionista , “al fine di evadere le tasse”.
La difesa dello spagnolo
Nonostante l’accusa mossa nei suoi confronti, Gibernau respinge tutto al mittente e ci tiene a precisare di essersi sempre comportato in modo conforme alla legge. “Mio cugino (Miquel Umbert), che è stato colui che ha gestito la mia eredità, e il mio ‘manager’ di allora (Leo De Graffenried) hanno gestito tutti i miei contratti, vivevano a Ginevra. Erano le due persone di cui avevo più fiducia quando si trattava di gestire i miei soldi. Sono andato a vivere lì perché io li stavo avendo tranquillità” – si è giustificato. L’ex pilota ha anche affermato di avere “una Volkswagen Touareg e una Ferrari iscritta lì con l’assicurazione svizzera”.
Gibernau ha inoltre precisato che tutti i pagamenti e oneri sono stati fatti dai due conti che aveva in Svizzera che al 31 dicembre 2006 vantavano un saldo di 9,5 milioni di euro. Tutto sarebbe stato fatto in modo regolare anche per la residenza di Châtel Saint Denis, che “è apparsa come domicilio fiscale in tutti i contratti“.