Sono tanti gli sportivi che amano affidarsi a rituali portafortuna e alla scaramanzia nella speranza di poter continuare a ottenere risultati positivi. Da questa situazione non sono certamente esclusi nemmeno i piloti, che scelgono di compiere gesti semplici ma ritenuti efficaci. C’è chi, ad esempio, non poggia mai il casco per terra, nemmeno all’interno del box, per evitare che la stessa situazione possa verificarsi con una caduta in gara. Valentino Rossi, invece, preferisce fare il bastian contrario e non ama questo genere di pratiche.
Una mania molto particolare
Sei tra quelli che amano ripetere un’azione perché ha portato fortuna? Anche i piloti del Motomondiale non fanno eccezione nella convinzione che questo possa aiutarli a dare il meglio in gara. Valentino Rossi, però, non sembra essere tra questi come ha raccontato durante un collegamento con la trasmissione Albertino Every Day in onda su Radio Deejay: “Sono molto ordinato, è una mia passione, mi diverto – premette Valentino – Piego tutto prima di andare a dormire. Mi faccio la valigia da solo. La valigia ha tutto un suo rituale incredibile che rasenta la pazzia. Tutte le cose sono in fila, tutti i movimenti uno dietro l’altro. Bisogna mettere prima i pantaloni lunghi, poi quelli corti… È tutta una bega incredibile“.
Pur non trattandosi di un vero e proprio rituale questa abitudine aiuta il “Dottore” a dare il meglio quando scende in pista: “Diciamo che delle volte esagero – aggiunge – mi fermo un attimo e dico cazzo, anche un po’ meno, dai. Soprattutto nelle gare mi serve per raggiungere una buona concentrazione e avere un ordine mentale per poter pensare solo a guidare“.
Per vincere si punta ad altro
Nove titoli mondiali e più di cento gare vinte alle spalle sono un buon bagaglio per Valentino Rossi, che sa bene quali siano gli ingredienti giusti per primeggiare. “Secondo me la psicologia dello sportivo dopo tanti anni di esperienza, tu cerchi di fare le stesse cose perché pensi che puoi arrivare allo stesso risultato, stiamo facendo psicologia da bar. Io ho avuto una carriera molto lunga con tanti successi e tanti insuccessi, che ormai ho capito che non è vero un c…o, che non serve a niente“.
Un’azione viene quindi ripetuta soprattutto per abitudine: “Quindi se la stessa cosa l’ho fatta uguale delle volte ho vinto e delle volte ho perso, ma ormai la faccio. Cerco di modificare dei piccoli dettagli per vedere se ancora dopo 20 anni funziona” – ha raccontato il campione di Tavullia.
Non è vero ma ci credo
Nonostante le dichiarazioni, anche il “Dottore” rientra tra i piloti che amano seguire alcuni schemi consolidati prima delle gare. Prima di gareggiare, molti hanno notato come il pesarese abbia una sequenza di azioni da compiere con questo ordine: prima si tocca le spalle, quindi le mani, infine le gambe. Solo a quel punto indossa casco, tuta, guanti e stivali badando sempre all’ordine di vestizione dell’equipaggiamento.