Ad Aragon Valentino Rossi ha stupito tutti, anche i più ottimisti. Quasi nessuno infatti si aspettava di vederlo correre regolarmente la gara a poco più di venti giorni dalla frattura di tibia e perone rimediata in un incidente in Enduro. Il quinto posto ottenuto in pista è un’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, della determinazione e della voglia di non mollare mai del “Dottore”. Anche il chirurgo che lo ha operato non nasconde lo stupore per una ripresa così veloce.
Una ripresa da record
Conquistare il decimo titolo mondiale, obiettivo a cui tiene da tempo, sembra ormai quasi impossibile, ma per Valentino Rossi restare a casa a guardare gli altri sarebbe stata quasi una tortura. Proprio per questo ha fatto il possibile per essere presente ad Aragon, nonostante il grave infortunio subìto lo scorso 31 agosto. I risultati ottenuti in pista hanno dimostrato che si era trattato tutt’altro che di un azzardo, anche se forse nemmeno lui si sarebbe aspettato di ottenere un più che positivo quinto posto.
Uno dei primi a essere sorpresi per questa performance è Raffaele Pascarella, direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia all’ospedale di Torrette di Ancona e che si è occupato in prima persona dell’intervento chirurgico: “Devo ammettere – confessa il dottore – che ho visto la corsa con le mani sul viso, e il cuore in gola ogni volta che Valentino piegava la moto. Tutti si chiedono: ‘Come si può correre a 300 all’ora a tre settimane da una frattura così seria?’. Con la grande motivazione. Lui ha anticipato molto i tempi, ha fatto fisioterapia 6 ore al giorno per ridare tonicità  alla gamba, ha fatto di tutto“.
Il problema non è ancora del tutto risolto
Pascarella ha però voluto fare anche il punto della situazione sulle condizioni del numero 46, che ovviamente non può ancora essere considerato completamente guarito. Una frattura di tibia e perone richiede infatti una lunga riabilitazione, soprattutto perché si tratta di un punto danneggiato in un incidente analogo avuto nel 2010: “La gamba è stabilizzata, ma è ancora rotta – conferma – con un chiodo fissato nella tibia. Ci vogliono mesi prima che le ossa si saldino, e prima di un anno e mezzo non interverremo per togliere il chiodo. Tra un paio di settimane lo rivedremo, ma non credo che lo sforzo fatto ieri possa peggiorare il decorso anzi, ci aspettiamo miglioramenti“.
Tutti i tifosi di Valentino sono stati quindi ben felici di vederlo gareggiare, non solo da “comparsa”: il pesarese è andato infatti vicino al podio, pur avendo dovuto accontentarsi di un quinto posto finale. Il chirurgo non può quindi che complimentarsi con lui per la grinta e il coraggio: “Certo, lui cammina con il bastone perché non può ancora caricare il peso sulla gamba – spiega – ma in moto è diverso, tecnicamente si poteva fare e infatti lo ha fatto. Certo ci vogliono tanto coraggio, impegno e grandi motivazioni, ma Rossi non lo scopriamo certo oggi“.