“Dar vita ai sogni delle prossime generazioni“: questo lo slogan lanciato dall’amministrato delegato di Lamborghini. Tale Stefano Domenicali, volto noto e nome famigliare anche per chi di Formula Uno ne bazzica soltanto. Prima di ricoprire il ruolo in cui è attualmente impegnato, Domenicali è stato il team principal della Scuderia Ferrari nella massima serie automobilistica dal 2008 al 2013, prima di rassegnare le dimissioni al capolinea di una poco fortunosa – e molto complicata – avventura. Le sue parole sono sigillo e consacrazione della collaborazione tra Lamborghini e il MIT (Massachussets Institute of Technology) di Boston, uno dei baluardi nella ricerca tecnologica nel mondo.
La qualità che s’intreccia
Sigillo nel posizionare la bussola verso la scelta ecologica e le emissioni zero, consacrazione nel barricare un rapporto di prestigio e idee nato quasi un decennio fa. La casa di Sant’Agata Bolognese – dove ancora è presente l’unico stabilimento – fa parte del gruppo Audi ma è italiana nel cuore e nello spirito. Da sempre pronti all’innovazione, gli uomini Lamborghini non si smentiscono: recentemente l’ufficio stampa ha pubblicato una serie di concept che ritraggono la “Lambo del terzo millennio“.
Un concept tutto muscoli dal cuore pulito
Linee dinamiche, elementi tirati fuori da chissà quale futuro, luci e led dal gusto urbano che rievocano un’aria più sportiva che mai. Niente più V12: saranno quattro i motori, interamente elettrici, installati ed integrati nelle ruote attraverso a speciali materiali compositi lavorati con le nanotecnologie. A bordo, inoltre, dovrebbe esserci un supercondensatore di ultima generazione in grado da un lato di ricaricare le batterie ad una velocità inaudita, dell’altro di garantire al powertrain quella potenza necessaria a renderla una sportiva a tutti gli effetti. Un software di autodiagnosi, inoltre, segnala eventuali danni alla carozzeria o al motore e le invia in tempo reale in fabbrica. Tempo stimato di attesa: almeno vent’anni.
Lamborghini: come e dove si lavora
Sono cinque le direttrici verso le quali l’azienda si sta muovendo: sistemi d’immagazzinamento dell’energia, ricerca su materiali alternativi ed innovativi, propulsione, design e sensazione di guida. Gli ultimi tre ambiti sono appannaggio del reparto ricerca e sviluppo, ai primi due ci pensa invece il Dinca Research Lab, orchestrato dal professor Mircea Dinca della Facoltà di chimica del MIT, e il Mechanosynthesis Group del professore Anastasios John Hart di Ingegneria Meccanica. “Esattamente un anno fa abbiamo siglato un accordo con il MIT-Italy Program presso il Massachusetts Institute of Technology” ha rivelato Stefano Domenicali, il quale aggiunge: “Questo accordo ha segnato l?inizio di una collaborazione tra due realtà eccezionali per la definizione di un progetto che intende scrivere una pagina importante nel futuro delle supersportive del terzo millennio”.