Quattro parole, tanta saggezza popolare e spesso troppi ostacoli al fatto compiuto: ha vinto il migliore. E ha vinto Marc Marquez. Troppo veloce, troppo preciso, troppo troppo troppo per tutti. Perchè, tra critiche e polemiche, feeling e antipatie, questa è la sesta vittoria consecutiva al COTA di Austin, per il GP delle Americhe. Da quando la MotoGP ha inserito il tracciato sul tabellino di marcia, Marquez ha sempre vinto. La gara degli umani, invece, è stata vinta da Maverick Vinales, alla fine secondo, splendida sorpresa che da tempo annaspava nelle retrovie (per l’ultimo podio bisogna tornare a Philip Island 2017, per un secondo posto addirittura a Donignton 2017). Come sorprendente è stata la prestazione di Andrea Iannone, scattato dalla seconda casella e bravo a destreggiarsi per le terre texane con la sua Suzuki.
Due gare in una
Pronti, via: due staccate e già Marquez, partito in quarta posizione per via del declassamento, si porta in testa. Per i primi cinque giri Iannone cerca di rimanere sul Cabronçito, tentando anche il sorpasso. L’iberico ha però una marcia in più e fugge via arrivando solo, mai messo in difficoltà da niente e nessuno. Dietro di lui, però, è lotta vera. Dopo uno scatto titubante, Vinales sale su forte, si mangia Iannone e costruisce a poco a poco il suo secondo posto. Iannone fluttua sempre attorno al ritardo di un secondo e mezzo, cercando di rifarsi sotto solo quando è troppo tardi.
Il Texas degli altri
Non il miglior Valentino Rossi, non il peggiore. Certamente il conto è in positivo: il quarto posto del Dottore, su un circuito che non lo vedeva particolarmente favorito, è una iniezione di punti preziosi in ottica mondiale. Per essere concretamente competitivi in vista di un fantomatico decimo titolo iridato Rossi deve però avere più mordente, sebbene giungere qui ai piedi del podio è tutto sommato un risultato soddisfacente. Buona anche la domenica di Andrea Dovizioso, partito ottavo. Le Ducati qui fan fatica: quando l’asfalto ha poco grip, Borgo Panigale suda e soffre. Il Dovi si ruba un quinto posto d’esperienza, favorito anche dalla scivolata di Crutchlow ai -12. Menzione d’onore: Dani Pedrosa. Lo spagnolo della Honda si era rotto la spalla durante il GP di Argentina. Oggi ha stretto i denti e dato spettacolo, tagliando il traguardo per settimo.