Dopo la straordinaria pole position del sabato, Andrea Dovizioso torna al successo che mancava dalla gara in Qatar a inizio stagione. Il vero vincitore però è Gigi Dall’Igna, capace di dare in mano ai piloti la moto migliore del momento. Il secondo posto di Jorge Lorenzo infatti regala alla casa di Borgo Panigale i primi due gradini del podio a distanza di 11 anni dall’ultima affermazione, di Casey Stoner. Chi invece torna con le ossa rotte è Yamaha, Valentino Rossi dopo un avvio di gara all’attacco e costretto a correre ai ripari e giocare in difesa, raccogliendo il massimo che la M1 di adesso riesce ad offrire. A gioire delle difficoltà della casa di Iwata è Marc Marquez, sempre più leader del campionato.
Festa a Brno per Marquez e Ducati
La vittoria che riporta Dovizioso al successo è sintomo di una moto “pazzesca” come dichiarato, anzi, urlato, dal team manager Davide Tardozzi a fine gara. Una gioia incontenibile per la rossa di Borgo Panigale, giustificata ancor di più dal secondo posto di Jorge Lorenzo, il maiorchino è apparso arrembante e aggressivo, definitivamente a suo agio in sella ad una moto che riesce finalmente a sentire sua. Il capolavoro di Gigi Dall’Igna risiede proprio nell’aver realizzato una moto duttile per vari stili di guida, dall’aggressività in staccata di Dovizioso alla scorrevolezza di Lorenzo. Una caratteristica impensabile fino a qualche anno fa. Come ammesso anche da Marquez ai microfoni di Sky Sport, la Ducati in questo momento risulta essere la miglior moto del Circus: miglior staccata e miglior accelerazione miste ad un’elettronica che riesce a gestire perfettamente il consumo delle gomme. La gara di Dovizioso è stata indicativa sotto questo aspetto, a differenza di quanto visto ad esempio con la Yamaha di Rossi, la Desmosedici non ha patito il cambio di ritmo imposto dal sopravanzare degli inseguitori Marquez e Lorenzo.
L’artefice di questa giornata di festa, Gigi Dall’Igna, descrive così il momento di forma della sua moto ai microfoni di Gpone: “Penso che questa sia una vittoria importante, anche in considerazione del fatto che qui la Honda aveva fatto dei test e noi no. Abbiamo messo due moto davanti al pilota di punta della Honda, e questo è certamente molto significativo dal punto di vista tecnico, stiamo lavorando ancora per migliorare la velocità in curva, abbiamo fatto sicuramente dei passi in avanti. Il segreto è trovare il modo per non perdere i nostri punti forti che sono frenata ed accelerazione per privilegiare la velocità a centro curva, l’obiettivo che abbiamo è proprio quello e non è facile. Ma stiamo correndo in MotoGP e non è un campionato facile”. La vittoria di Dovizioso a Brno non è stata però frutto di un dominio, tutt’altro, infatti Marc Marquez ha venduto cara la pelle su una pista a lui ed alla Honda non favorevole. Il pilota di Cervera può sorridere in vista dei prossimi appuntamenti stagionali, in virtù di un vantaggio in classifica sempre più ampio, adesso sono 49 i punti di vantaggio, nonché di uno strapotere tecnico decisivo. Il terzo posto conquistato a Brno è infatti il peggior risultato del pilota Honda nelle gare andate a termine!
Yamaha in crisi, KTM e Aprilia in stallo
Se Honda e Ducati sorridono, come dimostrano le buone prestazioni anche di Crutchlow e Petrucci, non può certamente rallegrarsi Yamaha, in uno stato tecnico di inferiorità. L’ottimo momento di forma di Valentino Rossi riesce a limitare i danni su una moto ancora poco performante. I problemi sono noti, lo sviluppo dell’elettronica è indietro rispetto alle case rivali, e in Giappone sono lenti a reagire. La M1 vista a Brno faticava a scaricare la potenza a terra, così facendo la gomma posteriore lavora male e i piloti sono costretti a recuperare decimi forzando le staccate, andando inevitabilmente ad usurare la gomma anteriore, perdendo terreno nei finali di gara.
La delusione di Rossi si riflette nelle parole rilasciate a GPone: “Dopo le prove avevo capito che sarebbe stato difficile salire sul podio, Honda e Ducati sono più veloci. Alla fine ho fatto una bella gara, ma ci manca sempre quel pelo per potere lottare per la vittoria”. La faccia della Yamaha in questo momento è però rappresentata dall’altro lato del box, Maverick Viñales, il quale fatica infatti con una moto ben lontana da quella che si aspettava. I problemi con il capotecnico Ramon Forcada non fanno altro che aumentare la tensione nel box di colui che è stato preso per essere il presente ed il futuro della casa giapponese, ma che finora sta deludendo le attese. Buona la prova di Johann Zarco, apparentemente risvegliatosi da un letargo che durava da diverse gare. Se Yamaha è in crisi, in casa KTM e Aprilia la situazione è ben più grave. Il progresso tecnico delle due moto è in una fase di stallo da qualche gara. Aleix Espargaro ha dichiarato di avere in mano una moto meno competitiva rispetto alla moto del 2017. La sensazione è che le due case stiano aspettando la fine della stagione per poi ripartire a pieno regime, con l’arrivo di Zarco per KTM e Iannone per Aprilia. Sufficienza risicata per Suzuki, con Iannone e Rins autori di una gara anonima chiusa rispettivamente in decima e undicesima posizione.