Il Ministero dei Trasporti ha pubblicato in Gazzetta ufficiale un decreto che introduce importanti novità per ottenere la patente A, quella necessaria per guidare le moto. Le modifiche più rilevanti coinvolgeranno la prova pratica, che passa da sei a tre fasi. La decisione arriva con l’obiettivo di migliorare il livello di sicurezza di cui possono godere i centauri che viaggiano sulle nostre strade. Questo consente così di adeguare la normativa a una specifica Direttiva europea del 2013.
Più sicurezza per i motociclisti
Salire in sella a una moto provoca certamente una notevole adrenalina, ma è importante prestare sempre la massima cautela per non incorrere in eccessivi pericoli. Nascono proprio con questo obiettivo le modifiche che sono state introdotte all’esame di pratica con cui si arriverà a conseguire la patente A, quella necessaria per guidare una due ruote.
Il numero di prove viene ridotto e passa da sei a tre, ma questo non avrà conseguenze sulla scrupolosità del test. La prima prova servirà a verificare la capacità con cui l’esaminando è in grado di restare in equilibrio: si dovrà così effettuare uno slalom tra una serie di birilli a velocità ridotta e percorrere un corridoio lungo 1,3 metri. È però necessario fare il possibile per non andare oltre i 15 minuti.
Si prosegue poi con un’ulteriore verifica dell’equilibrio, oltre a tempo di frenata e superamento dell’ostacolo. Questo test dovrà avvenire in 25 minuti. L’ultima fase porterà invece a valutare il comportamento nel traffico in cui sarà necessario dimostrare di sapersi muovere in maniera autonoma rispettando il Codice della Strada e senza correre pericoli. Il decreto ha però modificato la velocità minima da utilizzare in questo frangente: si passa da 30 km/h a 50 km/h.
Nessuna novità per la fase teorica
La prova teorica, come indicato nel decreto, non subirà modifiche rispetto a quanto accaduto finora. Chi comunque è già in possesso della A1 e A2, o della patente B e B1 non dovrà comunque sostenerla. Resta quindi necessario dover rispondere a 40 quiz a risposta multipla: per accedere alla fase successiva sono consentiti un massimo di 4 errori.
La normativa prevede comunque un tempo limite per portare a termine l’intero percorso. Non è infatti possibile superare i sei mesi per superare sia la parte teorica sia quella pratica. In caso di mancato superamento dell’esame, è però possibile sfruttare solo un altro tentativo.
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