Tra i mondiali più combattuti di sempre nella storia della Formula 1 c’è sicuramente quello del 2008 tra Massa e Hamilton, vinto dall’inglese con un sorpasso in curva 12 sulla Toyota di Timo Glock. Proprio riguardo a questo sorpasso negli scorsi giorni si è espresso il pilota tedesco, ammettendo di aver ricevuto svariate minacce di morte.
Un sorpasso non organizzato
Le minacce di morte ricevute furono legate principalmente allo svolgimento del sorpasso, che se visto solo dalle immagini televisive apparve come precedentemente pianificato. La verità fu però ben diversa. Verso la fine della gara infatti cominciò a cadere una pioggia decisa sul tracciato brasiliano che obbligò i piloti delle due Toyota, con le slick montate, agli straordinari per tenere le auto in pista, mentre gli altri piloti equipaggiati con le intermedie gli passavano facilmente. Il sorpasso fu quindi figlio di un Glock impegnato ad evitare testacoda o incidenti e di un Hamilton in palla per la lotta al titolo ed equipaggiato con gomme adatte alla situazione. Una situazione paradossale che Glock ha spiegato ai giornalisti della ESPN: “C’erano un paio di giornalisti molto aggressivi, soprattutto da parte italiana, che mi puntavano il dito dicendo che lo avevo fatto apposta e che doveva essere stato pianificato prima della gara, chiedendomi quanto mi avevano pagato la Mercedes e Lewis. Abbiamo persino ricevuto delle lettere destinate alla mia famiglia, a casa di mio padre e di mia madre, su come l’avevo fatto, su come la gente avrebbe dovuto spararmi e sul fatto che avrei dovuto più esserci in questo sport. Non potevo credere a quanto cattive potevano essere le persone. È stato piuttosto estremo”.
Salvato dalle riprese on board
Le minacce nei confronti del pilota tedesco sono poi terminate solo anni dopo, grazie soprattutto alla pubblicazione su internet delle riprese on board della sua Toyota. I filmati riprendono quanto già detto in precedenza, cioè un Glock impegnatissimo a dosare sterzo,acceleratore e freni per evitare un possibile incidente. Un’idea quello di metterlo on-line a cui il tedesco non aveva minimamente pensato: “Ogni anno a novembre me lo chiedono: ho subìto meno abusi ora che qualcuno della F1 ha messo il video su internet: si può vedere quanto ho faticato nell’ultimo giro. Questo mi ha tranquillizzato, perché ora posso mandarlo alla gente. Non ho idea del motivo per cui ci sia voluto così tanto tempo, ma non ho neppure idea del perché non abbia mai pensato di chiedere loro di metterlo online! Si capisce che non c’era alcuna tattica dietro a quello che è successo, era solo una battaglia per restare in pista”.