Affranto, sconfitto, deluso. Forse il Valentino Rossi più in difficoltà di sempre, anche più del terribile e paradossale biennio in Ducati, perché lì c’era l’inesorabile mancanza di un pacchetto tecnico non all’altezza. E invece in questa stagione 2018 la Yamaha, complessivamente altalenante dal punto di vista di setup e affidabilità, ha concesso al nove volte campione del mondo spiragli di rivalsa. Soprattutto in apertura, quando i costanti piazzamenti del Dottore lo avevano reso l’unico pilota a poter sfidare il dominio di Marquez. E invece il calendario si chiude con un doppio zero pesantissimo: perchè tanto a Sepang quanto a Valencia, come mai nel corso della stagione, il fenomeno di Tavullia poteva materialmente puntare alla vittoria. E invece è finito nella ghiaia a fare i conti con un record negativo. Mai, da quando corre per la casa di Iwata, Rossi aveva prima d’ora mancato il successo stagionale.
La confessione
“È una sensazione di merda“, il lapidario commento. Uno sfogo intenso giunto a qualche minuto dallo scivolone al Ricardo Tormo. “È un grande peccato e mi dispiace, perché avevamo bisogno di questo podio, perché è dal Sachsenring che ci mancava. Ho fatto un errore e anche guardando i dati non siamo riusciti a capire cosa sia successo. È un incidente simile a quello della Malesia, perché ho perso il posteriore quando ho aperto il gas. Sembra quindi che negli ultimi giri dobbiamo fare attenzione perché la gomma posteriore si degrada parecchio“. Rassegnazione sì, ma anche rammarico, perchè prima della bandiera rossa il nove volte iridato aveva dato prova di essere il vero uomo da battere: “La bandiera rossa è stata un peccato, perché ero molto veloce, inoltre avevo la gomma giusta rispetto a Rins e Dovizioso, quindi penso che avrei potuto batterli. Ma è vero che c’era molta acqua ed era pericoloso. In quel momento eravamo i più veloci in pista, quindi è negativo che la gara sia stata fermata, perché potevamo fare primo e secondo. Ma dal punto di vista della sicurezza, era pericoloso perché c’era molta acqua. Per me è ok quindi, hanno fatto la scelta giusta“.
L’intelligenza di Dovizioso
L’interruzione della corsa ha infatti permesso a Dovizioso un cambio di strategia risultato poi fatidico. Al restart il forlivese ha subito allungato, favorito da un set di gomme nuovo: “Dovizioso è fortissimo sotto l’acqua e la Ducati va molto forte, però cambiando la gomma davanti e mettendo la soft, cosa che io ho fatto sulla griglia iniziale, lui ha avuto un grande vantaggio, perché se la gara non si fosse fermata, lo avrei battuto. Poi lui ha tirato fuori dal cilindro anche una gomma nuova al posteriore, che ha fatto la differenza, perché nella seconda parte di gara era superiore, andava più forte.”
Un bilancio positivo
Nonostante tutto, però, il personale bilancio di Rossi sorprende. Sulla soglia dei quarant’anni, la grinta e la volontà di mettersi costantemente in gioco che è la stessa di quando, neppure diciottenne, calcava le prime derapate nel quarto di litro: “È la mia prima stagione in MotoGP senza vittorie. La Ducati? L’ho dimenticata, non ero io. Scherzi a parte, la peggior stagione con la Yamaha è stata il 2013, quella in cui sono tornato, perché ho vinto, ma ero lontano da Lorenzo, Pedrosa e Marquez. Quest’anno penso di essere stato più forte“. E i risultati gli danno ragione, se, Gran Premio per Gran Premio, si analizzano le prestazioni degli altri piloti Yamaha e quelle del fenomeno. Il decimo titolo rimane a portata, il 2019 potrà davvero essere l’anno buono?