Non sembra esserci davvero pace per Romano Fenati. Nonostante il nuovo ingaggio ottenuto dal Marinelli Snipers Team con cui potrà tornare a correre nel 2019 una volta scontata la squalifica, il pilota non sembra riuscire a mettersi alle spalle il “fattaccio” commesso a Misano ai danni di Stefano Manzi che gli ha provocato non poche critiche. Il 22enne avrebbe infatti dovuto ricevere un premio organizzato da Coni a San Benedetto, ma lui non sarà presente a causa di numerose proteste nate sui social.
Una polemica inutile
I social network stanno ormai acquisendo un’importanza sempre più grande e spesso finiscono per condizionare anche l’opinione pubblica. Quanto avvenuto negli ultimi giorni a Romano Fenati sembra però ancora inspiegabile.
Il pilota marchigiano avrebbe infatti dovuto presentarsi mercoledì 5 dicembre a San Benedetto del Tronto per ricevere un premio conferitogli dal Coni provinciale di Ascoli per il 2° posto nel mondiale 2017 della Moto3. Motivi di ordine pubblico hanno però spinto ad annullare tutto. La motivazione? Una serie di proteste via social messe in atto da un gruppo di tifosi della Sambenedettese, club “rivale” dell’Ascoli, città natale del centauro.
Una mossa inaspettata anche per lui, che ha raccontato di frequentare abitualmente nel tempo libero la città e di non avere alcun problema. Una nuova data non è stata ancora ufficializzata, ma la più probabile sembra possa essere l’11 dicembre al Galà dello sport presso il teatro Ventidio Basso di Ascoli.
Una delusione difficile da nascondere
Romano è consapevole di avere sbagliato a Misano e lo aveva riconosciuto fin da subito. Ora quindi, forte anche del “perdono” ottenuto dalla sua scuderia, desidererebbe davvero mettersi tutto alle spalle e poter guardare al futuro con maggiore serenità.
Fenati non riesce quindi ancora a capire come una rivalità sul piano calcistico possa avere permesso tutto questo: “Fra Samb e Ascoli c’è una forte rivalità calcistica e va bene se si ferma lì: non mi piace che possa andare oltre, né con violenze o botte né con altro. E qui stiamo parlando solo della consegna di un premio: non posso credere, poi, che il presidente del Coni provinciale debba porsi il problema di dove e come premiare un atleta in base alle rivalità esistenti. Così è troppo: per quieto vivere non ci dovrebbero essere dei problemi. Io ora faccio la mia vita tranquilla, mi alleno, continuo a lavorare nella ferramenta di famiglia, penso alla prossima stagione e cerco di avere un po’ di normalità e farmi scivolare addosso le cose“.
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