Nelle auto moderne è possibile contare su diversi dispositivi atti a far sentire più sicuri chi si trova a bordo, ma non è possibile prescindere dall’utilizzo delle cinture di sicurezza, che devono essere obbligatoriamente indossate anche da chi si trova sui sedili posteriori. Prestare attenzione a questo aspetto è fondamentale per chi si mette al volante. In caso di incidente il guidatore è infatti ritenuto corresponsabile se chi è presente all’interno dell’abitacolo non le ha. A ribadire questo principio è una recente sentenza emessa dalla Corte di Cassazione.
L’importanza di viaggiare sicuri
Quando ci si trova a spostarsi con la propria auto è fondamentale sentirsi tranquilli e mettersi alla guida solo quando si è nelle condizioni adeguate. Questo scopo può essere ora facilmente risolto grazie ai diversi dispositivi di sicurezza che sono disponibili anche per i modelli più piccoli.
L’utilizzo delle cinture di sicurezza non deve mai venire meno. Anzi, a essere soggetti all’obbligo non sono solo le persone che siedono sui sedili anteriori, ma anche chi si trova sul retro. Si tratta di un aspetto che non deve mai essere dimenticato e che è stato sottolineato anche da una recente sentenza della Corte di Cassazione, destinata quindi a fare giurisprudenza.
A essere stata presa in esame è un incidente avvenuto in condizioni particolari. In caso di sinistro e di mancato utilizzo della cintura il guidatore deve risponderne anche se non è lui ad avere causato l’episodio. “Il conducente risulta responsabile dell’utilizzo delle cinture di sicurezza da parte del passeggero. La causazione del danno derivante da mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, quindi, è imputabile sia al guidatore sia al passeggero che non le indossa, posto che chi si trova al volante è responsabile del loro utilizzo anche per il passeggero”. Ciò implica, quindi, che in caso di danni causati al soggetto terzo trasportato, al conducente del mezzo deve essere imputato un contributo colposo agli stessi, “la cui quantificazione – sottolinea la Corte – in misura percentuale è rimessa all’accertamento del giudice di merito” – si legge nel quotidiano dirittoegiustizia.it.
La posizione dell’assicurazione
Il caso preso in esame dalla Suprema Corte ha portato a una causa a livello giudiziario anche per la presa di posizione dell’assicurazione. La compagnia del conducente, infatti, aveva subito messo in evidenza come il passeggero avesse subito danni fisici a causa del mancato utilizzo della cintura di sicurezza. Già nel 2007 la Cassazione aveva ribadito come il guidatore abbia il compito di verificare che chi viaggia con lui indossi regolarmente le cinture. “La quantificazione dei danni – sottolinea la Corte – in misura percentuale è rimessa all’accertamento del giudice di merito”.