Acquistare un’auto è un’operazione che genera sempre grande adrenalina all’idea di potersi mettere al volante di un modello a lungo desidera, ma richiede allo stesso tempo grande attenzione. È infatti fondamentale essere cauti e verificare il centro o la persona a cui ci si rivolge per evitare di andare incontro a brutte sorprese. Non tutto è andato però per il verso giusto per numerose persone che si apprestavano a comprare una vettura di lusso direttamente online: i clienti che sono andati incontro a una truffa sono stati addirittura più di 800, in 18 regioni italiane. La Guardia di Finanza ha così eseguito arresti, perquisizioni e sequestri.
Una truffa di grandi proporzioni
Le modalità con cui è possibile procedere all’acquisto di un’auto sono diverse e ora anche la rete rappresenta un canale da non trascurare. Qui è infatti possibile poter trovare numerose soluzioni a buon prezzo, ma con la consapevolezza di prestare sempre attenzione alla controparte con cui si attua la trattativa.
Una vera e propria truffa è stata però messa in evidenza dalla Guardia di Finanza di Pordenone in collaborazione con la Polizia Stradale di Udine che hanno messo a segno un’operazione dalle vaste proporzioni denominata “cars lifting“. In base a quanto messo in evidenza è emersa una truffa ai danni di più di 800 persone che avevano provveduto a comprare una vettura di lusso (in genere di marca tedesca, quindi Mercedes, Porsche, Bmw, Audi) direttamente online. Si è così arrivati all’arresto di tre persone a Pordenone, Anzio e Nettuno (Roma), oltre all’obbligo di dimora per altre due persone. Complessivamente sono diciotto le persone inserite nel registro degli indagati con le accuse di associazione a delinquere, evasione fiscale, truffa, falso materiale e ideologico. Deciso inoltre il sequestro di cinque milioni di euro nei confronti dell’organizzazione criminale che aveva messo in atto numerose immatricolazioni irregolari.
Prezzi troppo convenienti
Il comportamento irregolare da parte delle persone attenzionate dalle forze dell’ordine è venuto alla luce in seguito ad alcune segnalazioni da parte di alcuni clienti. Questi avevano infatti ritenuto piuttosto “sospetto” il prezzo di vendita, ritenuto troppo basso rispetto al reale valore delle auto.
Anzi, per rendere ancora più allettanti le auto veniva attuata una procedura volta a ridurre il numero di chilometri percorsi almeno del 50 e del 70%. Tutto avveniva manomettendo il software e le centraline elettroniche dei mezzi. L’operazione veniva effettuata in due autofficine di Padova e in provincia di Treviso, al servizio dell’associazione criminale.
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