Pilota. Voce maschile singolare, ma anche indiscriminatamente femminile senza parecchi giri. Termine dall’etimo incerto, probabilmente legato alla parola “piede” oppure a “timone“: nel linguaggio marino del passato, dice la Treccani, colui che dirigeva la manovra delle navi pur non avendone il comando. Nel linguaggio del presente, soprattutto se accostato alla Formula Uno, la parola indica individui matti, singolari, talvolta con molti problemi sociali e relazionali, tendenzialmente icone di stile e di carisma. Per natura e non per scelta.
Che razza d’uomo sia un pilota di F1 non lo si può descrivere nei margini dei paragrafi che seguono. Si tratta di una definizione, ammesso ci sia, evocata da una sensazione che si acquisisce solo con la passione, solo seguendo, sudando e vivendo nel Circus. Il miglior modo per raccontare la fisionomia e il senso del pilota è probabilmente quello di presentarne i suoi migliori esemplari.
Ebbene 79 anni di competizioni potranno sembrare tanti ma, nonostante cambino radicalmente monoposto, circuiti e regolamenti, i protagonisti della massima serie automobilistica sembrano come cristallizzarsi non soltanto in quello che è un olimpo sportivo ma che tracima sostanzialmente in pura sostanza di cultura popolare.
Vediamo, allora, quali sono (nell’eterno presente) i più grandi piloti di Formula Uno.