Ora è ufficiale: le strade di Sebastian Vettel e della Ferrari si separeranno alla fine della stagione. A distanza di cinque anni dall’approdo del tedesco a Maranello, infatti, il bilancio può essere soddisfacente solo a metà: il numero cinque, forte di quattro titoli conquistati in carriera, era stato scelto dalla scuderia del “Cavallino” con l’obiettivo di riportare il titolo in Italia che manca ormai dal 2007, quando a laurearsi campione del mondo era stato Kimi Raikkonen. È possibile che quindi dal 2021 tutto passerà nelle mani di Charles Leclerc, che potrebbe assumere il ruolo di prima guida. In ogni caso, Vettel resterà tra i pochi piloti nella storia della F1 a poter vantare una carriera tanto lunga a Maranello.
Seb nella storia del Cavallino
Pur non essendo riuscito a riportare la Ferrari sulla vetta del mondo (si attende ancora di capire come andrà il 2020), Sebastian Vettel entra comunque nella storia della Ferrari. Nonostante tutto, il tedesco può vantare un record non da tutti: è infatti riuscito a tagliare il traguardo dei 100 Gran Premi con la Rossa (al momento è a quota 102 gare), come sono riusciti a fare solo Michael Schumacher, Kimi Raikkonen, Felipe Massa e Rubens Barrichello.
Il bottino totale nell’arco di queste cinque annate è stato però certamente inferiore alle aspettative: solo 14 le vittorie che il campione tedesco ha portato a casa con la Ferrari. Sono invece 54 i podi: 21 i secondi posti e 19 i terzi. Nel corso di questo lustro Lewis Hamilton, ma soprattutto la sua Mercedes (miglior costruttore ormai dal 2014), si sono rivelati troppo forti.
Le classifiche piloti e l’addio
Sebastian Vettel è arrivato terzo nella classifica piloti nel 2015 l’anno in cui è approdato in Ferrari, mentre nel 2016 ottenne invece nella classifica piloti il quarto posto. Al momento, l’anno migliore di Vettel alla guida della “Rossa” è stato certamente il 2017: cinque le vittorie conquistate, ma soprattutto il tentativo di insidiare la Mercedes nella lotta per il titolo. Alla fine Seb si è però dovuto accontentare di diventare vice campione del mondo, risultato ripetuto anche nel 2018. Decisamente peggio è andata invece nel 2019, finora la stagione più deludente per il tedesco a Maranello, che non è riuscito ad andare oltre un quinto posto nella graduatoria piloti e una convivenza non sempre semplice con il compagno di squadra Charles Leclerc, bravo a far tornare al successo la scuderia a Monza.
Non tutte le colpe sono comunque da addebitare al numero cinque. La monoposto, infatti, non è mai riuscita a reggere del tutto il confronto, soprattutto sulla lunga distanza, con le Frecce d’Argento. Alcuni errori restano comunque impossibili da cancellare. Nell’estate 2017 molti sembravano convinti di poter conquistare un Mondiale sognato a lungo (a Ferragosto era alla guida della classifica), ma le vittorie di Hamilton a Spa, Monza e Singapore si rivelarono decisive per il distacco. Il punto più basso con ogni probabilità è arrivato in patria, a Hockenheim, nel 2018: nonostante la pole position (e il “rivale” partito ultimo), non riuscì a gestire al meglio la pioggia, mentre l’inglese fu protagonista di una rimonta memorabile.
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