Ormai da qualche anno Jean Todt, attuale presidente della FIA, come tutti sanno ha grande esperienza nel mondo della Formula Uno, è stato il team principal della Ferrari nell’epoca dei grandi successi targati Michael Schumacher. Durante un’intervista rilasciata al Corriere della sera, il presidente della Federazione, ha lanciato un monito, che voleva essere un suggerimento, alla Rossa, ribadendo quanto sia fondamentale migliorare la monoposto, operazione fondamentale per poter pensare a traguardi importanti.
Il pensiero di Todt sulla Ferrari
La Ferrari è al centro di un processo importante di cambiamento: a differenza di quanto accaduto negli anni passati, il ritardo con cui inizierà la stagione ha permesso alla “Rossa” di lavorare già in ottica 2021 e ha così già deciso di puntare su Carlos Sainz jr, che avrà il compito di affiancare Charles Leclerc dal 2021. Il rapporto con Sebastian Vettel si concluderà così alla fine del 2020.
L’addio al tedesco, uno che vanta quattro titoli in carriera, non ha mancato di fare discutere, ma su Vettel Jean Todt sembra non voler bocciare a priori la scelta della Ferrari anche se sembra inviare una frecciata al Circus esaltando il talento del campione: “Non me la sento di giudicare. Dico solo che è un pilota di grande talento e non ha ancora una macchina per il 2021. Spero per lui e per la F1 che l’avrà“.
Riguardo invece al rapporto tra “i piloti Ferrari del futuro”, Sainz e Leclerc, e riguardo alle ultime dichiarazioni del nuovo acquisto del Cavallino Rampante sul fatto che lui non si ritenga un “secondo pilota” rispetto al monegasco, Todt è stato chiarissimo: “Numero uno, numero due. Sono tutte c… Chi sta davanti all’altro dopo 4-5 gare stabilisce le gerarchie. Vale in tutte le squadre“.
Quando tornerà a vincere la “Rossa”?
Anche nell’annata che inizierà a breve la scuderia italiana non può essere accreditata tra le favorite per il titolo, ma l’auspicio dei tifosi è ovviamente quello di poter superare le difficoltà e arrivare ad essere dei buoni candidati per la conquista del titolo. Per far sì che questo possa succedere il pilota svolge certamente un ruolo importante, ma la monoposto non ha un’importanza inferiore. Su questo aspetto il presidente FIA ha le idee chiare e crede che lo abbiano compreso anche a Maranello.
“L’automobilismo è una combinazione fra uomo, macchina e squadra. L’unica alchimia che può funzionare è quella che unisce tutto per vincere. Senza uno di questi elementi gli altri non funzionano, lo abbiamo già visto – ha detto ancora Todt -. Senza la macchina non hanno vinto né Alonso, né Vettel. Sebastian ha vinto quando aveva la vettura competitiva. Lo stesso per Schumacher. Quando è arrivato alla Ferrari nel 1996 ha dovuto aspettare fino al 2000 per il titolo. Puoi avere il talento, ma se non hai mezzo, team, affidabilità, non ce la fai. Bisogna mettere insieme tutto”.
Il dirigente ha voluto rispondere anche a chi lo ha criticato per la gestione dell’inchiesta sui motori Ferrari del 2019. Non è mancato chi ha sottolineato come la “linea morbida” sia legata al legame con Leclerc (il figlio di Jean è il manager del monegasco): “Sono chiacchiere inevitabili, oggi giorno ne dicono di nuove. Funziona così, durano una settimana e poi si passa ad altro. La verità è che quando ho accettato questo incarico sapevo di dover prendere i lati postivi e anche quelli negativi. La mia coscienza è pulita, per me è importante soltanto essere trasparente con i membri della FIA, l’etica. Il resto fa parte del mio ruolo, incluse le voci spiacevoli” – ha concluso.
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