La Quattroporte al giro di boa: nel classico restyling di mezza vita, i designer modenesi hanno regalato alla bella e profana berlina Maserati un trucco più giovane e casual. Ed è un trucco abbastanza familiare, a dire il vero, quello della sorella minore, più sportiva e più compatta, la Levante. È nel muso che questi nuovi dettagli si notano maggiormente: mascherina e fanali smussati per essere brillanti ma meno cattivi, morbidi ma non anticonformisti come nelle linee originali. Lo spirito della Quattroporte ne rimane invariato se non rinnovato e pulito: classe, eleganza, charme sagacemente abbinati a quel concentrato tocco di fluidità e possanza. E per chi non accetta compromessi ci sono sempre gli allestimenti GranSport e GranLusso.
Rivoluzione nascosta. Negli interni il discorso cambia radicalmente. Sebbene l’approccio rimanga identico – il giusto equilibrio tra materiali pregiati e strumenti utili e confortevoli – la nuova Quattroporte rivive un’infinità di piccoli aggiornamenti: la componentistica è stata quasi del tutto rinnovata con tasti e manopole dal nuove concept, decisamente più ad hoc per chi acquista un auto di lusso di questo calibro. Lo schermo di vetro è più grande e più semplice da manipolare. È possibile utilizzare il touchscreen ma in aggiunta è stati introdotto un sistema di due pad rotante sul tunnel con cui gestire i comandi. La rotellina superiore interagisce con il volume, quella inferiore si occupa dei vari ed articolati menù. Le caratteristiche user friendly di Audi Virtual Cockpit e BMW iDrive sembrano però inarrivabili.
La solita cattiveria. V6 o V8? Il tipico dilemma di chi è cresciuto a pane e Maserati. Stavolta, però, “cambia poco”: per quanto le prestazioni siano inevitabilmente diverse il feeling con l’auto è il medesimo. Sembra di avere a che fare con una vettura molto più piccola tanto alta e suggestiva è la manovrabilità. Eppure stiamo parlando di una berlina lunga quasi cinque metri e mezzo.