Sembra lontanissimo quel periodo aureo in cui nel nostro paese si immatricolavano oltre 2 milioni e mezzo di automobili nuove. Era un’età dell’opulenza destinata a finire: benessere, tranquillità economica e sicurezza basate su pilastri inconsistenti. Quasi quindici anni dopo gli effetti della crisi hanno condotto i 2.5 milioni di immatricolazioni del 200 al 1.35 milioni del 2013.
Ma in quest’orizzonte sembra propagarsi una fiammella di ripresa. Per quanto timidamente, il 2014 ha subito una ripresa del 4.2% dopo sette bilanci negativi. Il 2015 ha mantenuto decisamente il trend.
Il mercato italiano degli ultimi tempi è alquanto imprevedibile. Ma c’è una sola sacrosanta sicurezza: il settore delle utilitarie domina incontrastato. Vuoi per la recente crisi economica, vuoi per un fattore semplicemente di comfort – e di parcheggi – le auto piccole, agile e compatte risultano quelle che gli italiani hanno più a cuore.
Eppure tra le 10 auto più vendute in Italia nel 2016 sono presenti delle altisonanti eccezioni: tre modelli alternativi tutt’altro che piccoli e tranquilli. Il made in Italy resta un fenomeno solido, ma le straniere occupano una buona fetta della seconda metà della classifica.
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