Da oggi niente più scuse. Presto infatti potrebbero arrivare, sui parabrezza di tutti coloro che parcheggiano in doppia fila o di chi semplicemente commette una infrazione al codice della strada, le cosiddette multe “imbustate”. Al momento è una soluzione adottata dal comune di Cassino, che però potrebbe espandersi in altre municipalità. Si tratta di un sistema, come fa notare Studio Cataldi, concepito per preservare il verbale cartaceo dalle intemperie e dalle precipitazioni, in modo da arrivare integro e leggibile nelle mani del proprietario della vettura su cui è stato apposto. “Non ho trovato nessuna multa“, “Verbale illeggibile“: gli automobilisti non potranno insomma più appellarsi a giustificazioni del genere per la loro insolvenza.
Il codice
Stando alla legge quando il verbale è bagnato o illeggibile l’automobilista deve attendere che la notifica della contravvenzione gli arrivi a casa per raccomandata senza poter usufruire della riduzione del 30%, valida soltanto se la sanzione viene solta entro cinque giorni dal rilascio. Alternativamente gli è possibile chiamare il comando della polizia locale, comunicando il numero di targa per farsi redigere il verbale direttamente. Non sono pochi però i casi in cui circostanze del genere sono finite in tribunale, oggetto di ricorso, attraverso contenziosi che spesso hanno dato ragione ai cittadini a danno delle amministrazioni locali.
Lo strano caso
Inizialmente le multe imbustate di Cassino sembravano quasi delle bufale, degli scherzi oppure fogliettini pubblicitari. Ad una analisi più attenta, però, timbri e intestazioni non lasciavano dubbi: si trattavano di contravvenzioni vere e proprie. Resistenti persino all’acqua! La popolazione si sarebbe risentita sottolineando gli eventuali ed onerosi costi per la plastica utilizzata. Una spesa tutto sommato giusta, considerando il curioso caso accaduto qualche tempo fa a Treviso, dove un uomo ha fotografato il verbale deteriorato sul suo parabrezza, allegandolo ad una mail di rimostranze al comando di polizia locale. Una mail in cui suggeriva come sarebbe bastato “inserire la contravvenzione in una busta di plastica per evitare che venisse macerata sotto l’acqua“. A quanto pare qualcuno lo ha ascoltato.