Alex Zanardi ci ha abituato a imprese oltre ogni limite. La forza della sua tempra mentale ha spesso sopravanzato le sue menomazioni fisiche, che lo costringono a vivere senza arti inferiori, dal famoso incidente del 2001 in Formula Cart. L’ultima sfida per il pilota bolognese si chiama DTM, il campionato su quattro ruote per vetture turismo che lo vedrà protagonista nel week-end di gara che si terrà a Misano sabato e domenica.
“Poche cose sono belle come guidare in pista, poche cose sono belle come guidare in DTM”
Alex Zanardi prepara il suo rientro in pista in una delle competizioni più impegnative a livello fisico e tecnico di tutto il panorama delle competizioni a 4 ruote. Tutti i riflettori sono puntati sul fenomenale pilota bolognese, pronto a regalarci un’altra impresa straordinaria. L’avventura DTM prende forma nella testa di Zanardi grazie ad una telefonata, come spiegato dallo stesso pilota bolognese e riportato da FormulaPassion: “A fine marzo, stavo andando a Volterra con mia moglie, quando mi ha chiamato il responsabile corse della BMW, Jens Marquardt. Mi ha fatto gli auguri, ciò che succede di solito, poi di colpo mi ha prospettato questa possibilità. Lì per lì sono rimasto interdetto, non capivo bene: mi sembrava un po’ fuori sintonia più per la mia età che per la disabilità”.
Le titubanze iniziali sono state subito cancellate dall’innata voglia di competere che contraddistingue Zanardi: “Se uno punta al risultato, è una sfida da cui sarebbe meglio tenersi alla larga, ma l’auto è bellissima, mi ha fatto scoprire sensazioni della mia giovinezza, poche cose sono belle come guidare in pista. In BMW hanno fatto il massimo per consentirmi di correre, io ce la metterò tutta ma è un campionato difficile per uno che si presenta così, a freddo. Qui essere un paio di decimi più lento sul giro significa perdere sette o otto file”.
Zanardi guiderà senza protesi
Non è la prima volta che Alex Zanardi si cimenta in imprese di questo tipo, la sua condizione fisica non lo ha mai relegato a semplice spettatore di un mondo, quello delle corse, da cui il bolognese non vuole staccarsi. Svariate sono state le competizioni alla quale Zanardi ha partecipato dopo l’amputazione delle gambe nel 2001, a partire dal ritorno in pista, due anni dopo, sulla pista di Lausitzring, lo stesso circuito dell’incidente, in cui Zanardi realizzò una serie di giri incredibilmente veloci ed in linea con i top rider della categoria. Di recente, impressionanti sono state le partecipazioni alla 24 ore di Spa, e alla gara di chiusura del campionato italiano di turismo nel 2016, dove Zanardi ha addirittura vinto gara2.
La peculiarità dell’attuale rientro in pista, risiede però nel nuovo tipo di sistema di guida preparato per la gara. Il pilota romagnolo correrà infatti per la prima volta senza l’apporto delle protesi, bensì con tutte i comandi posizionati sul volante: “Ammetto che all’inizio mi sembrava molto strano avere un vano piedi completamente vuoto – scherza Zanardi ai microfoni de La Stampa – Ma devo dire che l’intero sistema è molto intuitivo per me, mi posso muovere molto più facilmente senza le protesi, con le quali correrei il rischio di incastrarmi da qualche parte. Non oso dire di essere più veloce degli altri piloti del DTM, ma sicuramente non sono neanche il più lento”. La parola, ora, passa alla pista, l’uomo abituato ad emozionarci è pronto a trasformarsi nuovamente nel pilota abituato a stupirci.