L’Alfa Romeo è tornata, per la gioia di Paolo Bitta. Le briglie ai 510 cavalli della Giulia Quadrifoglio sono state appena sciolte in quel di Balocco, nuovo indirizzo della casa del Biscione, e già promettono faville, scintille, cattiveria. “Non ci sono concorrenti, neanche le tedesche. Qualcuno ha detto la BMW. Portatela qui, la guidiamo in pista e vediamo” dice Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo FCA.
Cos’è. Avete presente la Mercedes Classe C, l’Audi A4, il BMW Serie 3? La Giulia s’innesta con prepotenza in questo panorama di berline con un taglio aggressivamente e decisamente più sportivo: telaio leggero e robustissimo, costituito da alluminio ed acciai altoresistenziali; sospensioni, anche loro d’alluminio, punta di diamante di un sistema ammortizzante totalmente innovativo; trasmissione letteralmente stupefacente grazie all’albero in carbonio, elettronica di guida integrata e differenziale posteriore elettronico a doppia frizione.
Cosa sembra. Una Ferrari, una Lamborghini, una supercar entry level sia per le sensazioni di guida sia, seppur lontanamente, in alcuni dettagli nella livrea e soprattutto negli interni. Per quanto le rivali tedesche potranno continuare ad avere un certo monopolio sui gadeget e l’accessoristica, la Giulia fa saltare il banco ed i tachimetri. Senza parlare di coloro che opteranno per lei in virtù di quel rinato marchio storico.
Cosa c’è. Ben nascosto, dal sapore ruggente, la Giulia è animata da un motore V6 di derivazione Ferrari: 2,9 litri con basamento in alluminio. 600 Nm per un tetto massimo di 307 km/h. Spinge senza compromessi, specie selezionando la modalità di guida Race dalla nuova console di Alfa, il DNA Pro. Che poi, a dire il vero, più che una mappatura della centralina è un comando che disattiva ogni controllo elettronico sulla trazione. Il prezzo di partenza, infine, della versione Giulia Quadrifoglio 2.9 a benzina è di 35.000 senza optional; un valore tutto sommato ragionevole se confrontato ai diretti concorrenti.