Era il 25 settembre 2005. All’autodromo José Carlos Pace di Interlagos va in scena il 17esimo appuntamento stagionale della Formula Uno con il Gran Premio del Brasile. A due gare dal termine del calendario, Fernando Alonso sulla Renault R25 aveva conquistato una clamorosa pole e si accingeva a correre la solita domenica facile. Non fu così: troppo forti le McLaren, capaci di impressionare con un passo gara strepitoso. Ma Fernando aveva un appuntamento con la storia perchè sì, arrivò terzo a quasi 25 secondi da Montoya e Raikkonen, ma con quel podio si consacrò campione del mondo. Il più giovane pilota a conquistare l’iride nel pieno dei suoi 24 anni, un mese e 28 giorni di vita: un record scavalcato poi da Lewis Hamilton e infine Sebastian Vettel a quota 23 anni e 3 mesi.
Record: di fatto e di sostanza
Alonso di fatto infranse un primato che apparteneva ad Emerson Fittipaldi e durava incontrastato sin dal 1972. Ma, soprattutto, Alonso pose fine al regno del Kaiser Micheal Schumacher, capace di inanellare una serie di 5 mondiali consecutivi a bordo della Ferrari. Con Fernando – e la sua solida Renault – iniziò la parabola discendente di Schumi, che decise di ritirarsi nel 2006 e poi di tornare in Mercedes nel biennio 2010-2012. Tra i 32 Gran Premi vinti con Renault, McLaren e Ferrari, Alonso ha sempre dichiarato che quella di Interlagos fu la vittoria più bella e sofferta. “Negli ultimi giri avevo paura che la macchina mi abbandonasse“, rivela.
Fenomeno Alonso
Il fuoriclasse di Oviedo, classe 1981, approdò in F1 al volante della Minardi ad appena vent’anni, trasferendosi poi in Renault come collaudatore e, nel 2003, come guida principale al fianco dell’abruzzese Jarno Trulli. Nel 2005 vinse i suoi primi GP – Malesia, Bahrein, San Marino – prima di conquistare il campionato e bissare l’anno successivo. Risale al 2007 il suo passaggio alla McLaren, cedendo lo scettro iridato a Raikkonen per una manciata di punti, quindi nel 2008 torna alla Renault. Lascia il team in seguito allo scandalo Piquet-Briatore, approdando per un quadriennio alla Ferrari prima di vestire i colori della scuderia McLaren dal 2015. È considerato il pilota spagnolo più famoso di sempre: prima di Alonso, di fatto, nella penisola iberica non c’era una grande tradizione automobilistica e la F1 attirava una piccola nicchia di pubblico. Grazie alle sue vittorie, però, la classe regina divenne la manifestazione sportiva più seguita in TV.