Sicurezza prima di tutto. Sembra essere questo l’imperativo che ha spinto l’Unione Europea a rendere obbligatorio, a partire dal 31 marzo, sulle auto di nuova generazione l’eCall, il sistema in grado di attivare in automatico i soccorsi in caso di incidente. Il dispositivo, in grado di chiamare il numero unico 112, può rivelarsi davvero fondamentale nel caso in cui gli occupanti del mezzo non siano in grado di effettuare una telefonata. L’obiettivo che si vuole raggiungere è davvero ambizioso: secondo le stime si pensa di poter salvare circa 2.500 vite l’anno.
Entro il 2021 sarà poi valutata la possibile introduzione dell’eCall su altre categorie di veicoli come autobus, pullman o camion.
eCall: il nuovo sistema salvavita
Mantenere la calma, per quanto possibile, può essere fondamentale in caso di incidente per riuscire a indicare con esattezza dove ci si trovi e chiedere l’intervento dei sanitari se ritenuto necessario. Non sempre però questo è possibile, soprattutto se gli occupanti del mezzo perdono conoscenza o restano incastrati. Le auto di nuova generazione potranno però risolvere in maniera provvidenziale questo tipo di situazione grazie al sistema eCall, che sarà inserito di serie.
Il dispositivo è stato fortemente voluto dall’Unione Europea e sarà in grado di chiamare in maniera automatica il numero unico d’emergenza 112. La direttiva che rendeva obbligatorio l’apparecchio risale ormai a tre anni fa, ma diventa effettivo solo ora proprio perché si è voluto dare il tempo necessario alle case automobilistiche di adeguarsi.
Ridurre i tempi di soccorso in caso di sinistro può rivelarsi davvero fondamentale soprattutto nelle situazioni più difficili. Secondo alcune stime si pensa di poter arrivare a salvare circa 2.500 vite all’anno. Sul lungo periodo l’obiettivo è ancora più ambizioso: ridurre del 50%, entro il 2020, il numero di vittime della strada.
eCall: come funziona
Il funzionamento di eCall è davvero semplice e può essere utilizzato in maniera piuttosto semplice anche da chi non è avvezzo con gli strumenti tecnologici. Il dispositivo è infatti in grado di riconoscere “il tipo e le dimensioni dell’operazione di salvataggio necessaria” grazie alla presenza di un sensore GPS.
La chiamata vera e propria viene invece effettuata attraverso una SIM, del tutto simile a quella presente sui nostri smartphone. Chi teme che la privacy possa essere a rischio può stare tranquillo: tutto quello che accade prima dell’incidente non viene tracciato. Il servizio può essere comunque attivato anche manualmente, attraverso uno specifico pulsante presente a bordo, se le persone non hanno perso conoscenza.
Foto immagine in evidenza: Hurryl Magazine