Quattro ruote al servizio dello stato. Le cosiddette “Auto Blu”, nome che deriva dalla colorazione della scocca, sono mezzi di trasporto utilizzati da politici oppure alti funzionari della pubblica amministrazione per i propri spostamenti istituzionali. Possono essere di proprietà oppure noleggiate a comuni, province, regioni ed enti pubblici in generale. Ogni anno, la spesa per la manutenzione, l’acquisto e la gestione delle auto blu si aggira intorno al miliardo di euro, di cui più della metà destinati al personale di competenza.
Auto Blu, un sensibile aumento
Secondo quanto riportano i dati dello Stato afferenti all’anno 2016, il numero di auto istituzionali con autista è aumentato di circa 600 unità. L’incremento è contrario rispetto al trend di ribasso introdotto dalla “spending review”, che negli ultimi anni ha ridotto il costo di qualche centinaia di milioni di euro. Tuttavia, una lettura più attenta del dato esclude da ogni dolo gli organi centrali, spostando l’attenzione sulle amministrazioni locali, che gravano molto più che sensibilmente sull’aumento complessivo. I maggiori indiziati sono i comuni non capoluogo, che hanno aumentato dell’86% il loro parco macchine, seguiti dalla sanità regionale (+59%) e dalle province e città metropolitane.
Nell’ambito censorio sono inoltre emerse 8000 auto blu “generiche” in più, appartenenti alle amministrazioni comunali, precedentemente non individuate. Questo aumento esponenziale è dovuto ad una maggiore collaborazione degli enti, che ha palesato situazioni di sovradimensionamento delle flotte a disposizione. Basti pensare che un comune come Roccasecca dei Volsci (Latina) denuncia 10 auto blu con autista su circa 1131 abitanti. La proporzione viene ulteriormente sottolineata da quella che è la media nazionale di auto blu per abitante, di circa 5 per 20.000 abitanti.
Per ora dal governo non trapela nessuna dichiarazione, sebbene il dibattito popolare sia più vivo che mai. Le Auto Blu, come icona di potere, sono sempre state oggetto di discussione riguardo a sprechi e spese superflue, così le recenti notizie di certo non ne migliorano la reputazione, in attesa di conteggi ancora più accurati.