Il tachimetro, lo strumento che misura la velocità istantanea dell’auto, è considerato pochissimo dalla maggior parte dei conducenti soprattutto perché molte delle vetture moderne sono dotate di sistemi ben più sofisticati in grado di assolvere a questo scopo. Osservandolo attentamente è possibile però notare un particolare: solitamente la velocità indicata è superiore a quella che il veicolo è effettivamente in grado di raggiungere. Come è possibile? Si tratta di una scelta legata soprattutto a motivi psicologici e di marketing.
Il tachimetro: una storia lunga più di 100 anni
Nel corso degli anni le case automobilistiche sono riuscite a realizzare vetture sempre più sofisticate e dotate di accessori in grado di migliorare l’esperienza di chi sale a bordo. Anche il numero di elementi forniti di serie è ormai sempre più ricco.
Non tutti conoscono però la reale storia del tachimetro, lo strumento che sta a indicare la velocità istantanea del veicolo. Il primo dispositivo risale addirittura al 1888, grazie a un’idea del croato Josip Beluši. In una prima fase era conosciuto con il termine di “velocimetro” ed era fornito come optional al costo di circa 850 dollari.
Il ruolo della psicologia e del marketing
Attualmente il tachimetro è però diventato una presenza quasi superata e poco considerata dagli automobilisti. La sua funzione è infatti assolta da strumenti ben più sofisticati quali il cruise control.
Nel corso del tempo non è però cambiato. Ancora adesso è infatti possibile notare una caratteristica da molti ritenuta inusuale: la maggior parte dei dispositivi attuali arriva a 230-260 km/h, anche se si tratta di vetture non in grado di raggiungere una velocità così elevata. Non si tratta di una scelta campata in aria, ma che ha motivazioni ben precise.
I tachimetri attuali, come indicato dalla testata Business Insider, sono infatti prodotti in serie. Realizzarli con livelli di velocità così elevata li rende quindi adatti a mezzi dalle caratteristiche differenti. C’è però anche una motivazione di marketing da tenere presente. Quando si sta per acquistare un’auto e si notano numeri così elevati ogni persona è quasi portata a sognare di poter raggiungere queste prestazioni.
Anche la psicologia di ogni conducente non viene trascurata. A metterlo in evidenza è Stewart Reed, presidente del Transportation Design Department dell’ArtCenter College of Design di Pasadena. Il tachimetro sarebbe infatti in grado di influire positivamente sullo stile di guida dei conducenti.
Se la velocità massima segnata fosse, ad esempio, di 130 km/h, quando ci si trova a percorrere un tratto di autostrada inevitabilmente si arriverebbe al limite del dispositivo. Questo scatenerebbe una sensazione di preoccupazione in chi si trova al volante. Impostare il limite massimo a 230 km/h, porterà il puntatore fino alla metà circa del quadrante e infonderà quindi maggiore tranquillità.