L’autovelox, lo strumento utilizzato per rilevare chi non rispetta i limiti di velocità, continua a essere temuto da molti automobilisti. Non sempre però l’apparecchio sarebbe utilizzato in modo regolare. A rivelarlo è un agente di polizia municipale che, in un’intervista alla trasmissione “Mi manda RaiTre”, ha raccontato le scorrettezze compiute in diverse realtà del territorio italiano. Gli autovelox, infatti, verrebbero truccati da molti Comuni “per multare più facilmente gli automobilisti e poter così fare cassa“.
Una testimonianza scomoda
Svelare un comportamento irregolare tenuto da un’amministrazione comunale non è mai semplice. Un agente della polizia municipale, anche se a volto coperto, ha trovato però il coraggio di farlo nella puntata di “Mi Manda RaiTre” andata in onda lo scorso 9 marzo dove si parlava proprio del rapporto tra italiani e autovelox.
L’uomo ha svelato così cosa spinga le istituzioni a utilizzare in modo massiccio gli strumenti di controllo della velocità: “La prima fonte di entrata dalle multe sono gli autovelox”.
Uno dei metodi utilizzati consisterebbe nell’abbassare oltre misura i limiti di velocità nei tratti stradali coperti da autovelox. Per gli automobilisti diventerebbe quindi quasi impossibile riuscire a viaggiare rispettando quanto previsto dal Codice della Strada. Le mosse scorrette non si limitano però a questo. In alcuni casi, infatti, l’autovelox viene posizionato non perfettamente parallelo alla strada. Bastano 10 o 15 gradi di inclinazione per aumentare la velocità segnalata dall’apparecchio.
Difficile accertare l’irregolarità
Ma è possibile scorgere gli autovelox truccati e fermare il comportamento scorretto tenuto dai Comuni? In realtà, l’operazione non sarebbe così semplice. A sottolinearlo è lo stesso agente, secondo cui “manca la prova della violazione, cioè una verifica fotografica. Tutte le fotografie che vengono fatte sono infatti postume per spazio e tempo rispetto a quanto indicato dal Codice della Strada”.
Questa situazione potrebbe essere risolta semplicemente aggiornando il software inserito all’interno degli autovelox. Questo obbligherebbe le amministrazioni a sostenere una spesa supplemetare. Molti Comuni non sono però interessati a farlo: “I cittadini pagano comunque, quindi non conviene ai Comuni aumentare i costi di gestione. Di fatto, tutte le multe potrebbero essere contestate“.