Le spese che un automobilista deve sostenere non si limitano al momento dell’acquisto, ma richiedono anche una manutenzione periodica, indispensabile per fare in modo che il ciclo di vita del veicolo possa essere più lungo, oltre a revisione, assicurazione e bollo. Proprio quest’ultima tassa è però quella più discussa: sono in tanti a chiedere spesso una sua possibile abolizione proprio perché si ritiene ingiusto dover pagare per il semplice possesso della vettura. Almeno per ora, però, l’idea di una cancellazione, o anche solo di una riduzione di questa imposta, sembra da escludere. Saltuariamente non mancano i politici che cercano di accaparrarsi l’interesse dell’elettorato con proclami di questo tipo, ma difficilmente l’idea potrà essere praticabile in tempi brevi.
Una tassa che piace a pochi
L’avversione che molti automobilisti provano nei confronti del bollo auto non è un mistero. La differenza con l’assicurazione è evidente: questa, infatti, può essere modulata sulla base delle esigenze del cliente che, se necessario, può attivarla solo per un periodo determinato dell’anno in cui ha la certezza di utilizzare la vettura, mentre il bollo è dovuto per il semplice possesso del mezzo, indipendentemente dall’uso.
Tanto per cambiare, anche negli ultimi mesi si è arrivati a parlare di una possibile abolizione dell’imposta: l’ultimo a farsi portavoce dell’idea è stato l’ex Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che aveva sottolineato la volontà di lasciare la decisione in merito alle Regioni, le vere beneficiarie delle cifre raccolte. A distanza di tempo l’idea non si è concretizzata, ma anzi questa possibilità si fa sempre più difficile: in attesa di sapere quali saranno le sorti del nuovo governo, sembra difficile che si possa tornare seriamente a prendere in considerazione la proposta. Anzi, l’ipotesi è rafforzata dai numeri. Le Regioni riescono a ricavare infatti quasi 7 miliardi di euro l’anno dal bollo, quindi come potrebbero sostituire questa cifra in caso di cancellazione dell’imposta?
Il tributo risulta anzi davvero di vitale importanza perché consente di coprire parte della spesa sanitaria.
Stop agli aumenti
In uno scenario davvero poco edificante per i cittadini già di per sé stremati da aumenti e imposte di ogni tipo, c’è comunque un piccolo motivo per provare a consolarsi. La tassa automobilistica regionale non subirà infatti alcun rialzo.
A ribadirlo è una recente sentenza della Corte Costituzionale (112/2019) in cui è stato stabilito come le Regioni non possano aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale e questo coinvolge quindi anche il bollo auto.
Ma chi può non pagare?
Ci sono comunque particolari categorie di cittadini che possono considerarsi esentati dal pagamento del bollo auto. Si tratta dei possessori di un’auto ibrida o elettrica, scelta fatta per favorire chi sceglie di acquistare veicoli dal basso impatto ambientale. In questo caso il bollo non sarà dovuto per 3 o 5 anni in base alla regione di residenza. Pagando con bonifico bancario si ha invece diritto a una riduzione pari al 10%.
Non è finita qui. Tra i beneficiari rientrano anche gli italiani che usufruiscono della legge 104, ovvero non vedenti e sordi, disabili con handicap psichico o mentale, titolari dell’indennità di accompagnamento, disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni e disabili con ridotte o impedite capacità motorie. Attenzione, però, perché anche in questo ambito non mancano le limitazioni: è possibile far valere il vantaggio per un solo veicolo che rispetta i limiti di cilindrata previsti dalla legge, ossia fino a 2.000 centimetri cubici per i motori a benzina e fino a 2.800 centimetri cubici per i diesel.
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