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Cosa impari dopo aver guidato una Lamborghini per una settimana

A meno che non siate un milionario, un pilota di successo, o semplicemente fortunato, la legge dei grandi numeri suggerisce che non abbiate mai guidato una Lamborghini per sette giorni consecutivamente. E noi italiani abbiamo la fortuna di vivere in un paradiso automobilistico a discapito di strade in media dissestate e città dalla distribuzione urbana catastrofica. Eppure ci sono almeno cinque cose, più o meno bizzarre, che impareresti qualora fossi al volante di una fiammante Lambo per almeno una settimana.

Meccaniche rumorose

Uno su tutti: il motore V12 montato da Aventador, Murcielago e Centenario è un usignolo. Con i suoi quasi 700 cavalli questo propulsore emette un suono delicato e particolare, unico nel suo genere. Emette come una simpatica e mite esplosione prolungata, un fischio roboante ammortizzato in qualche moto dagli scoppiettii delle fasi. A tirare giù la leva dell’acceleratore bisogna stare attenti a non danneggiarsi il collo per la troppa ed istantanea forza g.

La prudenza imprevista

Poi potresti cuocere una pizza sulla testata del motore. C’è chi giura sia un passatempo dei miliardari più incalliti, tanto da riempire la rete di video-tentativi. Dopo appena qualche ora di guida, inoltre, la parola limite di velocità” scomparirà magicamente dal tuo dizionario per manifestarsi come brutto incubo, di notte, ripensando a quella Panda 4×4 di papà che macinava più chilometri di un asino. A titolo informativo: la Centenario ha uno scatto 0-100 km/h in circa 2.4 secondi.

Top two

Punto numero quattro: attirerai l’attenzione delle forze dell’ordine e non solo. Una vettura del genere è più che rara. La sua portata ingegneristica e le sue caratteristiche fenomenali sono delle calamite anche per gli occhi meno indiscreti del mondo. Ma su questo ci si può fare l’abitudine. E infine, dulcis in fundo, con un veicolo del genere comprenderai davvero il piacere della guida. Mettersi al volante e girare il mondo senza una meta non sarà più percepito come uno spreco di benzina ma come una ventata d’adrenalina acquistata.

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