Ci risiamo. Stavolta è Porsche a beccarsi le luci dei riflettori per quanto riguarda lo scandalo Dieselgate. Secondo quanto emerso, le vetture incriminate sarebbero i due suv della casa tedesca: la Porsche Macan e la Cayenne, vetture in cui sarebbe stato notato un software “truffaldino” particolarmente abile nel manomettere i risultati delle emissioni.
La scoperta
Il Dieselgate pare essere proprio un avversario duro a morire, specie nel territorio alemanno. A quanto risulta dalle indagini portate a termine dalla motorizzazione tedesca, sono spuntate alcune irregolarità ancora una volta relative alle emissioni. Più in dettaglio, i motori a gasolio coinvolti nel nuovo imbroglio sono il 4.2 V8 della Porsche Cayenne e il “più piccino” 3.0 V6 della Macan.
In sostanza entrambe le vetture risultano conformi alla normativa Euro 6 soltanto per merito di alcune alterazioni e manomissioni dei risultati legati ai valori degli ossidi di azoto, e dei valori di Nox. Per quanto riguarda la Porsche Macan, ad esempio, sarebbero addirittura cinque i dispositivi incriminati che, grazie a un software, permetterebbero di far rientrare i valori all’interno dei limiti in fase di test, e viceversa di disattivare il tutto non appena la vettura scende su strada.
L’attuale condizione di Porsche
Forse qualcuno di voi si ricorderà che Porsche poco meno di un anno fa già veniva coinvolta nell’inchiesta relativa agli scandali del Dieselgate. Nello stesso 2017, inoltre, 30 mila Porsche Cayenne e Macan venivano richiamate a causa della scoperta della manipolazione delle emissioni grazie a un certo software irregolare, circostanza che seguiva cronologicamente l’emergere di un sospetto aggiornamento dei software proprio della Porsche Macan relativo alle emissioni nel 2016. Più di recente, poi, un dirigente della casa automobilistica tedesca è finito in manette sempre per simili circostanze.
E così arriviamo a oggi, momento in cui Porsche, come intuibile, non risiede in una condizione proprio splendida, specie ora che in conseguenza a queste ultime problematiche sarà costretta a richiamare 60 mila vetture. E il Gruppo Volkswagen intero continua dunque a subire gli strascichi dell’infelice questione ma con l’obiettivo di tutelarsi di fronte alle nuove norme dell’Unione Europea per prevenire futuri scandali simili e studiando soluzioni alternative.