Lo scandalo false emissioni sta continuando a fare sentire i suoi effetti in modo sempre più forte. La Commissione Europea ha infatti deciso di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per violazione delle norme Ue sull’omologazione delle auto. A farne le spese, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Bloomberg, sarebbe FCA. Ora il nostro Paese ha due mesi di tempo per rispondere in merito alle preoccupazioni sull’adozione di misure insufficienti per il controllo degli inquinanti delle auto.
Tempi duri in casa FCA
Le autorità americane starebbero per aprire un procedimento contro il gruppo FCA per violazione delle norme sulle emissioni. In base a quanto rivelato dall’agenzia Bloomberg, il dipartimento di Giustizia statunitense sarebbe pronto a citare in causa il gruppo già entro questa settimana.
La misura era nell’aria dallo scorso gennaio, quando l’Epa, l’agenzia per la protezione ambientale, ha notificato a FCA il mancato rispetto delle norme del Clean Air Act. La casa automobilistica avrebbe infranto i provvedimenti in vigore con addirittura 104 mila veicoli. Qui sarebbe stato installato un software di gestione delle emissioni nei modelli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 prodotti nel 2014, 2015 e 2016 con motori diesel a tre litri venduti in Usa.
Informata delle accuse, l’azienda ha negato con vigore di essersi comportata in modo scorretto. Negli Stati Uniti non sembrano però convinti e attendono una spiegazione più convincente. Le conseguenze potrebbero essere davvero pesanti: si parla di una multa fino a 44.539 dollari a esemplare, per un totale di 4,63 miliardi di dollari.
Le reazioni
FCA ritiene di avere agito sempre con la massima correttezza e non riesce quindi ad accettare l’accusa. La casa automobilistica ha quindi diffuso una nota ufficiale per rendere note le prossime mosse: “Se ci sarà un processo, FCA si difenderà con vigore, soprattutto contro le accuse di aver istallato deliberatamente software per manipolare le emissioni – si legge nel comunicato -. Il gruppo ritiene che ogni azione legale sia controproducente per le trattative in corso con l’Epa e con il Carb (California Aitr Resources Board)“.
Un parere fortemente negativo è stato espresso anche dal governo. “La procedura si doveva evitare, bastava chiedere chiarimenti ulteriori – ha detto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio -. Si poteva fare un dialogo normale, senza aprire una procedura. Siamo comunque prontissimi a dare tutte le spiegazioni possibili“.