Il mercato automobilistico è uno dei più mutevoli nello scenario economico attuale e uno di quelli che finisce per risentire maggiormente della crisi che ormai da tempo sta attanagliando diverse famiglie non solo italiane. Tutte le aziende sono ormai da tempo all’opera per cercare di privilegiare il benessere ambientale e puntano così a mettere sul mercato modelli che possono vantare un impatto il più basso possibile.
Questo però inevitabilmente “stride” con chi non ha la possibilità di acquistare nel breve periodo una nuova vettura. Nasce così con l’esigenza di unire le forze e di creare un’unica realtà in grado di rispondere a questa situazione la possibile fusione tra FCA e Renault. L’idea viene proprio da FCA, che ha inviato una proposta ufficiale all’azienda finora concorrente. In base a quanto indicato dal comunicato ufficiale che è stato diffuso, la società che verrebbe alla luce sarebbe detenuta per il 50% dagli azionisti di FCA e per il 50% dagli azionisti di Renault.
Si prospetta un nuovo scenario sul mercato
Le sinergie nel settore automobilistico sono diventate una strategia sempre più diffusa per cercare di ottimizzare gli aspetti positivi di ogni realtà , ma allo stesso tempo incrementare i ricavi. Non è un caso quindi che FCA abbia deciso di inviare una proposta di fusione ufficiale a Renault con l’obiettivo di creare “uno dei principali gruppi automobilistici al mondo” – come indicato nel comunicato ufficiale diffuso nelle ultime ore.
Al momento il gruppo francese non ha comunque ancora preso una decisione definitiva. Il cda dell’azienda transalpina ha infatti “deciso di studiare con interesse l’opportunità di una tale combinazione” – secondo quanto indicato nella risposta.
Gli obiettivi sono davvero ambiziosi. Se l’unione andasse a buon fine si potrebbe arrivare a vantaggi fino a 5 miliardi all’anno resi possibili da sinergie di produzione, acquisto componenti e vendita. Non ci sarebbe comunque nessuna prova di forza da una delle parti: il consiglio di amministrazione che verrebbe creato sarebbe diviso pariteticamente ma con maggioranza di consiglieri indipendenti. A beneficiarne sarebbe anche il pubblico, che potrebbe scegliere tra veicoli di ogni tipo: dalle city car alle berline, dai pick up ai Suv, ma senza dimenticare veicoli elettrificati e commerciali.
Nessun problema per i dipendenti
Uno scenario di questo tipo, soprattutto a pochi giorni dalla chiusura di Mercatore Uno che mette a rischio centinaia di lavoratori, non può che preoccupare soprattutto per le numerose persone che operano in questo ambito. In base a quanto indicato, in questo caso questo non dovrebbe accadere.
Il primo passo svolto dall’AD Mike Manley è stato infatti proprio quello di prendere la parola e sottolineare come non ci sia l’intenzione di chiudere alcuno stabilimento. Una vera boccata di ossigeno per i lavoratori e le loro famiglie.
L’operazione, ancora tutta da definire, potrebbe comunque non arrivare a compimento in tempi brevi. “Se questa fusione andrà avanti la formazione della nuova società potrebbe richiedere più di un anno” – ha detto il dirigente.