Tempi bui per la Ferrari. Ai risultati poco soddisfacenti del mondiale, si aggiunge la grana airbag: in Asia, l’azienda italiana è stata costretta a richiamare 2071 veicoli dopo la notifica di China State Administration for Market Regulation, l’ente cinese che regola la sicurezza stradale.
Airbag Takata, dispositivi poco confortevoli
Le autorità cinesi hanno comunicato che la Ferrari dovrà sostituire gli airbag difettosi lato passeggero per le auto vendute tra l’8 aprile 2013 e il 28 novembre 2017. Questi i modelli interessati: California, CaliforniaT, FF, 458, F12 Berlinetta, F12tdf, 812 Superfast, GTC4 Lusso, GTC4 Lusso T, 488 GTB e 488 Spider.
Il rischio è notevole: i dispositivi di gonfiaggio Takata non sono di qualità eccelsa e potrebbero degradarsi nel tempo a causa di calore e umidità. Inoltre c’è il rischio che la pressione interna dell’involucro del gonfiatore incida sulla sua tenuta. In quel caso, l’abitacolo si riempirebbe di schegge metalliche.
Il dipartimento Ferrari che opera in Cina dovrà contattare personalmente i proprietari dei 2071 veicoli e farsi carico della sostituzione degli airbag a partire dal 1 luglio.
Takata, una storia di insuccessi
Gli addetti ai lavori e gli appassionati di motori non saranno caduti dalle nuvole nel sentire il nome Takata, una società giapponese fallita nel 2017. A inizio gennaio, il gruppo FCa aveva richiamato circa 1 milione e mezzo di autoveicoli per la sostituzione degli airbag anteriori.
Il maxi richiamo aveva riguardato le vetture Chrysler 300 costruite fra il 2010 e il 2015, le auto Dodge Charger (2011-2015) e Dakota (2010-2011), le Jeep Wrangler fra il 2010 e il 2016 e alcune automobili Ram 1500, 4500 e 5500 del 2010.
La Takata è stata una azienda giapponese specializzata nella creazione di componenti di sicurezza per le automobili. Cinture, seggiolini e soprattutto airbag. Ad oggi, il malfunzionamento dei loro componenti hanno provocato 23 vittime e centinaia di feriti.
La causa del malfunzionamento degli airbag? Il nitrato d’ammonio, un composto chimico che si usura col variare delle temperature. Di conseguenza, non è possibile valutare cosa può avvenire nel momento dell’innesco.
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