Cosa s’intende precisamente per “supercar“? La definizione non è semplice come possa sembrare. Definire una categoria così variopinta con designatori rigidi è un affare complicato anche per gli esperti del settore, ancora al lavoro per tracciare un marcatore chiaro e universale. Sembra, ad ogni modo, che il termine sia stato coniato da Ljk Setright in una recensione sulla Lamborghini Miura.
Ma nella pratica, cosa sia necessario affinché un’auto possa essere una supercar sembra difficile da enunciare: i parametri tradizionali non sono sufficienti, come ad esempio una potenza superiore ai 400 CV oppure uno scatto 0-100 km/h in meno di 5 secondi considerando che vetture di altri segmenti – SUV, berline, coupé -, che nessuno mai si sognerebbe di etichettare come supercar, possediono.
Virare verso una particolare conformazione telaistica è irrisorio, considerando le particolari originalità progettuali di ogni supercar. Il prezzo è un altro valore da scartare. L’argomento di Setright era bizzarro quanto anacronistico: per lui una supercar era esclusivamente “italiana, leggera, con motore centrale trasversale e fari anteriori fantasiosi“. Stando a questo, perfino l’Alfa Romeo Spider 4C potrebbe rientrare nella categoria!
E allora non ci resta che ricorrere all’ipotesi della somiglianza di famiglia. Per qualche caratteristica varia o particolare, tutte le supercar si somigliano. Perlomeno nello spirito e nel riconoscimento che il pubblico ne fa: abbiamo raccolto le 8 supercar più seducenti del momento, di quelle che nessuno mai – dall’Europa all’Antartide – potrebbe fare a meno di innamorarsi e della quale dubitare dello status, per l’appunto, di supercar.
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