La morte di Sergio Marchionne ha scosso tutto il mondo sportivo e non, numerosi i cordogli ricevuti da ogni parte del mondo per l’uomo che ha salvato la Fiat e riportato in alto Ferrari. La classe e la lungimiranza del manager italiano è stata riconosciuta da tutti: dal mondo dei motori, passando per Trump, che ha speso parole di elogio per Marchionne, fino ad arrivare alla politica. Un personaggio che si è rivelato molto amato, come dimostra la frenetica volontà di far chiarezza sulle cause della morte. Varie le teorie trapelate in questi giorni, a cui si aggiungono le parole del padre della compagna, Pier Luigi Battezzato.
La tristezza del “suocero”: “Ci eravamo dati appuntamento per le vacanze”
Mancano ancora notizie certe sulle cause della morte di Sergio Marchionne, deceduto a Zurigo in seguito a complicazioni dovute ad un’operazione alla spalla. L’incertezza accumulata in queste ore ha prodotto diverse ipotesi, tra cui la presenza di un tumore polmonare, in virtù del noto uso eccessivo di fumo, come confermato dalle parole di Grande Stevens, avvocato della famiglia Agnelli.
Ciò che è certo è che le condizioni del manager erano già precarie prima dell’intervento a cui si è sottoposto, come dimostrano le parole del padre della compagna, Pier Luigi Battezzato: “Ho parlato con Sergio poco prima che venisse operato ed era tranquillo. Aveva persino fissato una riunione che avrebbe dovuto tenersi in questi giorni. Poi ci siamo dati appuntamento per le vacanze, c’era un progetto per riunire tutta la famiglia, forse non era nella condizione di affrontare un’operazione. Non saprei, lui è arrivato in clinica fisicamente provato“. Non mancano le accuse alla stampa, rea di aver accelerato in maniera poco discreta la mole di notizie riguardanti le condizioni di salute del genero: “Sergio e mia figlia Manuela avevano scelto di andare a Zurigo perché lì avrebbero avuto maggiore privacy, ma la privacy che desideravano non c’è stata“. Poi il pensiero va a sua figlia, Manuela, di cui aspetta il ritorno: “Mi spiace non essere lì con lei, anche se ci sentiamo tutti i giorni. Quello di Sergio doveva essere un intervento semplice. E invece è accaduto il peggio. Non lo so, a volte penso che se non fossero andati in Svizzera forse sarebbe stato diverso… se si fosse fatto operare alle Molinette, qui in Italia…“.
Il cordoglio di tutto il mondo
La figura di Marchionne ha condizionato gran parte dei mercati, come dimostra la perdita dei punti in borsa di Fiat-Chrysler all’indomani della morte. Influenza e capacità manageriali riconosciute da chiunque abbia mai lavorato con l’ex amministratore delegato FCA. Il presidente americano Trump lo ha elogiato in questo modo: “Sergio Marchionne è stato uno dei manager più brillanti e di successo dai giorni del leggendario Henry Ford, è stato un onore per me aver potuto conoscere Sergio come presidente degli Stati Uniti. Gli piaceva l’industria auto e ha combattuto per lei. La sua mancanza sarà veramente sentita“. Parole di stima reciproca come dimostrato da quella che si è poi rivelata come l’ultima apparizione di Marchionne in pubblico, a Roma, il 26 giugno 2018, in cui egli si dimostrava comprensivo sull’istituzione dei dazi commerciali imposti dal presidente americano.
Le manifestazioni di stima e affetto non sono mancate neanche dalla politica interna, la più emblematica è quella riguardante il sindaco di Amatrice, Palombini, riconoscente dell’aiuto economico ricevuto dal manager italiano: “Sergio Marchionne è stato per Amatrice un fratello, un amico, un punto di riferimento. La sua scomparsa mi addolora enormemente, non dimenticheremo mai il suo impegno per la nostra terra. Se abbiamo la nostra scuola, che sarà inaugurata nel prossimo settembre, lo dobbiamo al suo grande cuore, alla sua generosità, alla sua solidarietà. Esprimo alla sua famiglia la mia vicinanza come Sindaco e come cittadino, ciò che quest’uomo ha fatto per la nostra comunità è testimonianza del suo grande spessore morale”.