Grana non da poco in casa General Motors: la casa automobilistica statunitense ha accettato di pagare una multa a causa dei blocchetti difettosi presenti sui propri mezzi. L’importo è davvero pesante: 13,9 milioni di dollari. La sanzione è stata ritenuta inevitabile a causa del comportamento scorretto della società, che sarebbe stata pienamente consapevole della presenza di alcuni difetti sui propri veicoli. Tutto sarebbe avvenuto in modo consapevole per evitare di sobbarcarsi i costi richiesti da un’operazione di richiamo.
Gravi problemi di sicurezza
Ormai da qualche anno le principali case automobilistiche stanno mostrando un’attenzione particolare alla sicurezza di guidatore e passeggeri. I nuovi modelli sono così dotati di numerosi elementi pensati a garantire questa esigenza fondamentale.
Ben diverso sembra essere invece il comportamento che avrebbe tenuto General Motors. La casa automobilistica ha infatti accettato di pagare una multa per porre fine alla causa avanzata dall’Agenzia del Distretto della contea di Orange County. Le accuse rivolte sono davvero pesanti. Il gigante dell’auto avrebbe infatti nascosto in modo consapevole gravi difetti di sicurezza. Un comportamento che sarebbe stato portato avanti con un fine ben preciso: evitare di effettuare operazioni di richiamo per la sostituzione dei pezzi malfunzionanti. L’importo della sanzione ammonta a 13,9 milioni di dollari.
Un problema che permane da tempo
I problemi sulle vetture General Motors erano stati riscontrati già dal 2014, data dell’avvio della causa. La Corte di Orange Country aveva inoltre sottolineato a più riprese il comportamento scorretto dell’azienda. che si era più volte vantata di essere un marchio sicuro e affidabile. I difetti riscontrati riguardavano servosterzo, airbag e impianto frenante. Secondo le accuse ben 124 persone avrebbero perso la vita, mentre 275 sarebbero rimaste ferite.
Non è la prima volta che la casa automobilistica deve difendersi da una critica così grave. Negli ultimi tre anni sono stati più di 17 milioni i veicoli coinvolti in 33 operazioni di verifica per problemi di vario genere. Complessivamente sono stati pagati ben 2,5 miliardi di dollari per mancati richiami. Non è però finita qui: è infatti ancora in corso un contenzioso con l’ente federale dell’Arizona.