È sempre più confusionaria la situazione per chi si trova in possesso di un’auto con targa straniera. All’interno del Decreto Sicurezza recentemente approvato dal governo è stata introdotta una norma ad hoc che punta a colpire i “furbetti“, ovvero chi circola con questi mezzi per evitare di pagare multe, Rc auto italiana, furto e incendio italiana, e in generale di sfuggire al redditometro. Le prime multe per gli irregolari sono già arrivate, ma non sembra ancora chiaro da quando debba essere considerata l’entrata in vigore vera e propria del provvedimento.
Targa estera: multe in arrivo
Il fenomeno dei veicoli con targa estera in Italia è quanto mai diffuso, anche se in molti casi non si tratta di comportamenti del tutto regolari. Spesso, infatti, si decide di utilizzare questo stratagemma per sfuggire dal pagamento di bollo e assicurazione. Da qui nasce così il nuovo provvedimento inserito nel Decreto Sicurezza che punta a colpire chi agisce in questo modo.
La norma sostiene che un’auto guidata da una persona non residente in Italia o residente nel nostro Paese da meno di 60 giorni ha la possibilità di circolare senza particolari limitazioni per un periodo che non può andare oltre i dodici mesi. Se a mettersi al volante è invece una persona residente in Italia da più di 60 giorni la circolazione non solo è vietata, ma è necessario anche procedere alla re-immatricolazione del mezzo. Chi non si mette in regola nelle tempistiche stabilite va quindi incontro a sanzioni ben precise come accaduto recentemente ai primi due multati fermati in Veneto. La sanzione inflitta loro è stata decisamente pesante: 712 euro, oltre al fermo amministrativo del veicolo.
Una volta trascorsi 180 giorni, non si potrà più sbagliare: diventa infatti obbligatorio procedere con l’immatricolazione secondo le regole attive nel nostro territorio o spostare il mezzo al di fuori dei nostri confini. In caso contrario, è previsto la confisca.
Ancora tanti dubbi
La situazione, nonostante l’approvazione del decreto, appare però ancora piuttosto nebulosa. Non sono infatti ancora arrivate le circolari sul tema da parte del Ministero dei Trasporti e dell’Interno che potrebbero chiarire ogni perplessità. Resta infatti da capire da quando debbano essere considerati i 60 giorni entro cui sostituire la targa straniera se residente in Italia. La norma risale allo scorso 4 dicembre, quindi in linea teorica si dovrebbe prendere in considerazione il 4 febbraio come data limite.
C’è chi però sembra avere già trovato un “trucchetto” per aggirare il problema. Come segnalato dal Sole 24 Ore, il veicolo in questione verrebbe inizialmente intestato a una società, che dichiarerebbe poi di averlo ceduto in comodato all’utilizzatore effettivo. È bene però anche in questo caso ricordare un dettaglio importante per non andare incontro a brutte sorprese. Le situazioni di comodato non prevedono sanzioni se l’utilizzatore è un dipendente o un collaboratore dell’impresa estera che gli concede il mezzo in uso. A questo punto verrebbe quindi rilasciata una dichiarazione falsa per testimoniare un rapporto di lavoro in essere tra chi guida la vettura e l’azienda concedente.
Foto immagine in evidenza: La Nuova Venezia