Il mondo dell’automobile è sconvolto dall’arresto di Carlos Ghosn, presidente del Gruppo Nissan-Renault-Mistubishi Motor e finito in manette nelle ultime ore a Tokyo. Gravissima l’accusa rivolta nei suoi confronti: violazione dei regolamenti finanziari allo scopo informazioni false sul proprio compenso e sui bilanci aziendali. La casa automobilistica giapponese è stata la prima ad avanzare perplessità sulla condotta del suo dirigente e aveva già avviato un’indagine interna. In attesa di capire come evolverà la situazione sul piano legale, l’azienda ha già preso la sua decisione: il manager sarà sollevato dal suo incarico.
Una serie di gravi illeciti
È davvero pesantissimo il quadro di accuse mosso nei confronti di Carlos Ghosn, presidente della Nissan-Renault-Mistubishi Motor, finito in manette nelle ultime ore. La prima a dubitare delle azioni dell’uomo, ancora prima degli inquirenti, è stata la Nissan che, in seguito ad alcune segnalazioni, aveva deciso di vederci chiaro.
In base a quanto emerso sarebbero diverse le irregolarità commesse dal dirigente: lui avrebbe prelevato alcuni fondi dai conti della società per fini personali, oltre ad avere falsificato la voce relativa al proprio stipendio (indicando una cifra più bassa rispetto a quella realmente percepita) nelle comunicazioni ufficiali. Da qui sarebbe partita la segnalazione della casa automobilistica alle forze dell’ordine e la relativa indagine. Il manager si era comunque presentato spontaneamente ai magistrati per essere interrogato.
Come è facile immaginare di fronte a una situazione così grave, l’evento ha generato ripercussioni importanti anche sui mercati finanziari. Il manager è stato proprio il principale artefice dell’alleanza tra le tre aziende nata giusto un anno fa con risultato più che positivi. Nel 2017 il gruppo si è infatti piazzato al primo posto a livello mondiale per vetture vendute, 10,6 milioni, e rendendola leader nel mercato dell’auto elettrica.
L’azienda pronta a collaborare
Al momento si conoscono ancora pochi dettagli su come siano nati i sospetti su Ghosn, ma sempre che tutto sia stato scaturito da un “whistleblower“, ovvero un dipendente che avrebbe deciso di manifestare all’azienda i suoi sospetti. Il Gruppo Renault-Nissan-Mitsubishi si è già detto disponibile a collaborare con la Procura di Tokyo e a fornire ulteriori dettagli, qualora venissero richiesti. Anche il direttore rappresentativo Greg Kelly, finito in manette insieme al collega, sarà rimosso dall’incarico: entrambi hanno “segnalato gli importi del compenso sui titoli azionari alla Borsa di Tokyo in una quantità inferiore all’importo effettivo, al fine di ridurre l’ammontare totale divulgato sulla remunerazione di Carlos Ghosn“, si legge nel comunicato.