Via le ombrelline dalla F1: affronto alla tradizione o passo verso la modernità?

Via le ombrelline dalla F1: affronto alla tradizione o passo verso la modernità?

Dall’Albertpark di Melbourne, domenica 25 marzo, per la prima volta da tempo immemore la F1 prenderà il via senza le grid girls, ombrelline dir si voglia. Si tratta di una decisione che aleggiava da un po’ ma ufficializzata solamente il mese scorso tramite un comunicato stampa e la presentazione dei sostituti: i cosiddetti grid kids, bambini pescati e sorteggiati dalle categorie giovanili del motorsport che, un po’ come avviene nel calcio, assisteranno i piloti della classe regina nelle fasi precedenti alla partenza.

Le ragioni di Bratches

Il managing director di F1 Sean Bratches ha motivato la scelta in questo modo: “Nell’ultimo anno (primo della gestione Liberty Media, ndr) abbiamo notato molte aree dello spettacolo che hanno bisogno di essere aggiornate e adeguate a quella che è la nostra visione dello sport. Tra queste, appunto, le ombrelline. Il loro utilizzo è stato per decenni un elemento di base della F1”. Un Bratches che ha poi aggiunto: “Oggi, invece, sentiamo chiaramente che questa pratica non è più consona con i valori del nostro marchio, ed è chiaramente in disaccordo con le regole di base della società moderna”. È evidente come sulle spalle della gestione F1 pesi lo scandalo Weinstein e tutto il polverone che si sta alimentando negli Stati Uniti, il quale ha profondamente colpito l’immaginario collettivo a seguito di ripetiti e continui episodi. Non ultimo il caso di Larry Nassar, medico della nazionale di ginnastica a stelle e strisce, accusato di aver abusato di oltre 140 atlete — tra cui l’olimpionica McKayla Maroney —, talvolta pagate in cambio del loro silenzio.

Cosa ne pensano i “boss”

I decani del Circus non hanno preso bene l’abolizione delle Grid Girls. Per Niki Laudal’emancipazione è sacrosanta, ma questa è una decisione contro le donne”. Il tre volte campione del mondo austriaco ha evidenziato, col suo solito stile caustico, che “basterebbe vestirle un po’ di più”, un po’ come avvenuto nell’ultimo GP austriaco, dove le ombrelline vestivano gli abiti tradizionali. Della stessa linea, ma più materiale, l’ex patron Bernie Ecclestone:Le ragazze facevano parte dello show. Erano parte dello spettacolo, non dovrebbero mancare. Piacciono ai piloti, l’audience le apprezza e nessuno è contrario. Non capisco come una bella ragazza davanti a un pilota col numero della sua Formula 1 possa risultare offensivo a qualcuno. Mi sembra qualcosa un po’ puritano”. Inizialmente anche il ferrarista Sebastian Vettel si era dimostrato contrario all’eliminazione delle grid girls, ma ha ritrattato la sua posizione non appena ha potuto vivere in prima persona il nuovo impegno dei più piccoli.

Tirando le somme

Gli appassionati delle quattro ruote sono spaccati. C’è chi ha percepito l’intervento di Liberty Media come un modo di scomodare la tradizione e perfino un insulto al binomio che tanto piace di “gioie e motori”. Sostengono, costoro, che le ombrelline fossero un simbolo di bellezza e che in qualche modo sarebbero la conteplazione del genere femminile anziché una forma di “sfruttamento” o trovata commerciale. Oltre le usanze e i costumi, però, c’è da sottolineare una verità indiscutibile: il gesto di rimuovere le modelle dalla griglia di partenza è potente. Comunica un segnale importante, da un lato, e fa parlare di sé dall’altro. La bufera mediatica ha coinvolto TV e stampa come raramente accade per la Formula Uno, ottenendo un certo bacino di pubblicità anche in ambienti dove si è a dieta di motorsport. E il messaggio che Liberty Media ha fatto passare tra le righe della vicenda è sacrosanto: i vertici F1 sono disposti a sacrificare ed estirpare le tradizioni se queste possono, in qualche forma, discriminare qualcuno e qualcosa, anche solo simbolicamente. È stata la dimostrazione che la nuova F1, sì, proprio quella col nuovo logo, è sensibile ai piccoli e grandi drammi della vita quotidiana e si propone come una realtà intrinsecamente vicina alla gente. Una dichiarazione di popolarità che, comunque la si guardi, non può avere aspetti negativi. Non ce ne voglia Ecclestone, non ce ne vogliano le graziose modelle, ma la F1 senza ombrelline non perde alcun valore aggiunto.