Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha stabilito per la prima volta come dev’essere fatto l’esame di guida per la patente B. Quindi gli esaminatori dovranno attenersi fedelmente alle disposizioni del Ministero ed avranno meno discrezionalità . Ecco si viene valutati.
Prima fase
Superata la prova teorica, la quale ha subito alcuni cambiamenti, è il momento di affrontare l’esame di guida per il conseguimento della patente B. Con le nuove disposizioni del Ministero, l’esaminatore osserverà attentamente ogni azione del candidato, prima ancora che accenda la macchina. Per ottenere la patente il candidato deve fare molta attenzione alla regolazione del sedile, dovrà regolare gli specchietti retrovisori, controllare le cinture di sicurezza, il poggiatesta, capire se tutte le portiere sono chiuse ed essere in grado di aprire il portabagagli. Il candidato deve anche saper riconoscere lo stato degli pneumatici, saper spiegare i comandi posti sul volante, avvertire un’anomalia allo sterzo, verificare un eventuale malfunzionamento dei freni, controllare i livelli di olio o liquido di raffreddamento, utilizzare la regolazione delle luci in base al carico dell’auto ed individuare le varie spie. Sbagliare una di queste procedure può compromettere l’esito dell’esame di guida per la patente B e soltanto se il candidato supererà questa fase, potrà passare a quelle successive.
Le manovre
La circolare del Ministero indica poi le manovre che devono essere effettuate all’esame di guida per la patente B: marcia indietro in linea retta con svolta a destra o a sinistra mantenendosi sulla stessa corsia; inversione di marcia; parcheggio ed uscita dal parcheggio allineato, a pettine obliquo o dritto, marcia avanti o indietro, in piano o in pendenza; frenata di precisione rispetto ad un punto di arresto predeterminato. Il candidato dovrà  eseguire almeno due di queste manovre, di cui almeno una in marcia indietro.
Inoltre, la circolare ministeriale sull’esame di guida per la patente B stabilisce altre prove che il candidato deve superare mentre si trova nel traffico quotidiano: la partenza da fermo da un parcheggio, dopo un arresto nel traffico e uscendo da una strada secondaria; la guida su una strada rettilinea dove l’esaminatore valuterà il comportamento nei confronti di chi arriva in direzione opposta anche in caso di spazio limitato; la guida in curva; il modo in cui si affronta un incrocio o un raccordo; il cambio di direzione, la svolta a destra e a sinistra ed il cambio di corsia; l’ingresso e l’uscita da un’autostrada o da una superstrada; il modo in cui si sorpassa o si viene sorpassato da un altro veicolo e di superare un ostacolo; il comportamento del candidato in una rotonda, un passaggio a livello, una fermata dell’autobus o del tram, una lunga salita o una lunga discesa, l’ingresso e l’uscita da una galleria, il transito sulle strisce pedonali; il rispetto di certe precauzioni prima di aprire la portiera della macchina. L’esame deve durare almeno 25 minuti e, se possibile, su strade al di fuori dai centri abitati.
Valutazione del candidato
La circolare del Ministero richiede dei metri di valutazione standard per almeno quattro manovre: la prima è la retromarcia ruotando il busto e la testa verso destra, appoggiando un braccio sul sedile del passeggero, per coprire l’angolo morto dello specchietto destro. Se non si ha visibilità posteriore dall’interno, si può eseguire la manovra controllando i due specchietti laterali e tenendo entrambe le mani sul volante. La seconda manovra è l’inversione di marcia effettuando più di una manovra, quindi sia spostando la macchina in avanti sia utilizzando la retromarcia. La terza manovra è il parcheggio del veicolo senza salire con una ruota sul marciapiede,  senza creare pericolo o eccessivo ingombro al traffico. L’ultima manovra riguarda il transito su una rotonda: il candidato deve sapere che ha la precedenza chi si trova o chi si immette in una rotonda. A questo punto il superamento dell’esemane ed il conseguimento della patente dipenderanno dall’esaminatore, il quale dovrà valutare se il candidato ha dimostrato durante l’esame di guida un atteggiamento prudente e senso civico, uno stile di guida sicuro che tenga conto delle condizioni meteo, della strada, del traffico, e degli interessi degli altri utenti della strada.
La bocciatura
Il Ministero afferma che la bocciatura, dopo aver sostenuto l’esame di guida per la patente B, debba arrivare in caso di violazione di una qualsiasi norma del Codice della strada che preveda la sospensione della patente. Se, invece, l’infrazione non prevede la sospensione della patente oppure una manovra non è venuta bene, il candidato potrà ripetere la manovra, ma solo una volta, infatti se commetterà nuovamente l’errore, sarà bocciato. L’esaminatore, per giudicare idoneo o non idoneo il candidato, dovrà tenere conto del numero e della gravità degli eventuali errori commessi e del senso generale di sicurezza percepito durante la prova.
Ricorso contro la bocciatura
Il candidato che è stato bocciato all’esame di guida per la patente B può fare ricorso contro la decisione dell’esaminatore in tre modi: attraverso il ricorso gerarchico, un ricorso da presentare alla Direzione generale territoriale in cui opera l’Ufficio di Motorizzazione civile di competenza dell’esaminatore. Il ricorso si può presentare senza l’ausilio di un avvocato in bollo da 16 euro direttamente oppure tramite raccomandata a/r entro 30 giorni dalla prova contestata. Occorre spiegare il motivo del ricorso, in diritto e in fatto. Il secondo ricorso è quello giurisdizionale: va inoltrato al Tribunale amministrativo regionale (Tar) in cui opera l’Ufficio di Motorizzazione civile di competenza dell’esaminatore entro 60 giorni dalla prova contestata, in questo caso serve l’ausilio di un avvocato. L’ultimo ricorso è quello straordinario al Capo dello Stato: va presentato entro 120 giorni dalla prova contestata, anche senza l’ausilio di un avvocato, ma dopo aver pagato un contributo unificato di 650 euro.