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Perché molti non credono più ai record del Nürburgring

Una delle piste più suggestive di sempre, la cui storia si lega visceralmente a quella dell’automobilismo segnandone gioie, dolori, eroismi e tragedie, è il Nürburgring. Specificatamente il suo anello nord, il Nordschiliefe, quel percorso frastagliato che si snoda per 20 chilometri in ciò che è stato definito “Inferno Verde“. Ebbene da un po’ di tempo a questa parte le case automobilistiche annunciano con spasmodica frequenza la rilevazione di record su questa pista nei più vari segementi di mercato e per questa o l’altra categoria.

Honda Civic Type R

Ultimo esempio la Honda Civic Type R, primo tempo per le auto di serie a trazione anteriore con 7’43”8, quasi 7 secondi in meno della Golf GTI Clubsport S, che prima deteneva lo scettro. Il fatto è che, considerate le insidie dell’anello nord, tra curve, semicurve e paraboliche, il tracciato si presterebbe a testare effettivamente soltanto le auto con spiccato spirito sportivo. Insomma, l’argomento che i critici dei record al Nürburgring sbandierano è il seguente: siccome il Nordschliefe è una pista impegnativa e per concetto ad appannaggio delle vetture da competizione, è indifferente che un veicolo da città vi stabilisca un record. Un auto veloce su questo circuito, quindi, può non essere migliore di una sua controparte semmai più lenta.

Un discorso a parte

Vi è peraltro un’altra considerazione da fare. Gli appassionati dei forum e gli addetti al settore hanno espresso più di una particolarità al riguardo di questi record: spesso vengono infatti adottati degli accorgimenti che rendono le vetture da time attack in questione lontane dai modelli di serie, come gomme particolarmente performanti, modifiche meccaniche d’alta ingegneria o roll-cage per irrobustire l’abitacolo.

L’ipotesi più subdola

C’è addirittura qualcuno che ha ipotizzato uno stratagemma davvero assurdo e banale: alcune case truccherebbero le prove dei loro tempi velocizzando i video delle riprese, utilizzando una telecamera montata frontalmente che possa facilmente distorcere il flusso della ripresa senza che sia possibile scorgerlo. Al momento solo speculazioni. Resta però il dubbio enigmatico su come una automobile da 640 CV sia capace di dare, lungo 20 chilometri, ben 5” ad una macchina da 893 CV con il doppio della coppia. E sì, stiamo parlando della Type R nei riguardi della Porsche 918 Spyder. E tutto questo senza considerare l’annosa questione del fattore umano e dell’abilità del pilota.