Non sembra esserci pace in casa Volkswagen, già a lungo provata dalle conseguenze, economiche e non solo, generate dallo scandalo Dieselgate. In base a quanto riportato dalla testata tedesca WirtschaftsWoche, ben tredici uffici del quartier generale del colosso tedesco sarebbero stati oggetto di perquisizione da parte delle autorità. L’operazione sarebbe avvenuta a inizio mese, ma è venuta alla luce solo ora. L’accusa avanzata nei confronti della società teutonica è decisamente pesante: manipolazione del mercato. Un’analoga operazione è stata effettuata anche nella sede di BMW.
Acque agitate in casa Volkswagen
A inizio mese (ma la notizia è venuta alla luce solo ora) gli uffici Volkswagen sono stati perquisiti dalle autorità con l’obiettivo di mettere in evidenza il modus operandi del colosso tedesco. In seguito all’operazione, secondo quanto riporta la testata WirtschaftsWoche che fa riferimento a un portavoce della Procura di Brunswic, sono stati sequestrati documenti e numerosi dati. Le forze dell’ordine che si stanno occupando dell’indagine sospettano una manipolazione del mercato attraverso la diffusione di informazioni false.
Inevitabilmente, l’accaduto rievoca alla mente lo scandalo Dieselgate in cui era stata coinvolta la casa automobilistica sin dal 2015. Il problema non è però tuttora risolto: al momento sono già stati pagati risarcimenti pari a 22 milioni di euro, ma alcune cause sono ancora incorso e la cifra potrebbe quindi salire ulteriormente.
A fine 2017 Volkswagen aveva comunque cercato di chiarire la propria posizione attraverso un’indagine interna. Al termine dell’analisi era stata diramata una nota ufficiale dove si parlava di una riduzione rilevante (rispetto alla prima ipotesi) del numero di veicoli non a norma (“solo” 36mila). Gli inquirenti ritengono però quel messaggio falso e questo ha fatto scattare i nuovi accertamenti.
Controlli anche in casa BMW
Nelle ultime ore le autorità avrebbero fatto “visita” anche agli uffici della BMW a Monaco e presso lo stabilimento di Steyr, in Austria. Il motivo della perquisizione sarebbe del tutto simile ai sospetti avanzati nel corso di Volkswagen: manipolazione delle emissioni.
La casa automobilistica tedesca parla invece di un errore tecnico segnalato dall’azienda stessa a febbraio. Il software in grado di truccare i gas di scarico sarebbe stati infatto montati su ben undicimila vetture ma l’operazione era avvenuta in modo involontario.
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