Ormai sempre più spesso quando si commette un’infrazione del Codice della Strada ritenuta particolarmente grave la sanzione non è solo di tipo pecuniario. Ne sa qualcosa un automobilista padovano, Bruno Zampieron, di professione accalappiacani. Mentre era in servizio è infatti passato con il semaforo rosso per recuperare un animale che era stato da poco investito da un’auto. Oltre alla multa, all’uomo (bravo a portare a termine il salvataggio del quattrozampe) erano stati tolti sei punti dalla patente. Dopo il ricorso al giudice di pace il malcapitato è però riuscito a riaverli.
Un’infrazione commessa a fin di bene
Molto spesso quando un automobilista non rispetta il Codice della Strada lo fa per una semplice distrazione. Quanto accaduto a Bruno Zampieron, un automobilista padovano, è stato dettato dalla volontà di salvare una vita. L’uomo, di professione accalappiacani per la cooperativa Triveneta Multiservizi, è arrivato infatti a passare con il semaforo rosso nel tentativo di salvare nel più breve tempo possibile un cagnolino investito.
La multa, pari a 170 euro, è stata inevitabile. Al conducente sono stati però sottratti anche sei punti dalla patente. Sin da subito, però, non ha esitato a spiegare le motivazioni del suo comportamento, fatto a fin di bene: “Per necessità ho avvicinato il mio furgone al cane, per soccorrerlo meglio e impedire che fosse investito di nuovo – ha raccontato l’accalappiacani a Il Mattino di Padova – Mentre sistemavo l’animale nella barella e controllavo il chip, il Vista Red mi ha fatto parecchie foto”.
Accettato il ricorso
La multa inflitta per l’infrazione è stata pagata direttamente dalla società per cui lavora Zampieron, intestataria del veicolo. L’uomo, però, convinto di avere subito un’ingiustizia non ha esitato a fare riscorso al Comune di Montagnana, dove era avvenuto il fatto. L’obiettivo era solo uno: riavere indietro i punti sottratti dalla patente.
L’esito, per molti inaspettato, è stato positivo per l’automobilista. Il giudice di pace ha motivato la sua decisione citando l’articolo 54 del Codice Penale, che prevedela non-punizione in “stato di necessità”. Una situazione che rispecchia quanto accaduto nel paese padovano: nell’episodio, come indicato nella sentenza, era infatti coinvolto un “essere vivente capace di provare dolore“. Giusto quindi non punire chi si trovava al volante.