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Sergio Marchionne: cosa sappiamo delle sue condizioni di salute

Soltanto ieri apprendevamo della riunione d’urgenza convocata dai vertici FCA per eleggere la nuova cerchia di dirigenti in sostituzione all’amministratore delegato Sergio Marchionne, il quale, come rivelato dal presidente John Elkann, “non potrà più lavorare” a seguito di “complicazioni inattese della sua degenza“. Marchionne si trova in una clinica di Zurigo per quella che era stata annunciata come una operazione alla spalla destra, ma l’intervento era previsto per il 28 giugno. Da allora un imponente silenzio stampa è calato sulla vicenda, fino perlomeno ai recenti e drastici aggiornamenti. Le parole di Elkann, per registro e tono, hanno più il gusto di un epitaffio che di un commiato.

L’enigma sulla malattia

Al momento c’è molta incertezza sulle reali condizioni di salute di Marchione. Giornalisti e reporter hanno letteralmente assediato l’Universitätsspital di Zurigo che si è blindato per evitare fughe di notizie e per tutelare la privacy del suo paziente. La sensazione condivisa, da varie e più fonti, è quella che Marchionne fosse in realtà afflitto da una patologia ben più critica, probabilmente di natura ontologica. C’è chi ha parlato di un tumore al polmone, altre indiscrezioni hanno ipotizzato un devastante ed improvviso cancro alla prostata: l’ultima apparizione pubblica dell’manager italo-canadese risale al 27 giugno, il giorno precedente al suo ingresso in clinica. In quell’occasione Marchionne presenziò alla consegna della nuova Jeep Wrangler che sarà in dotazione all’Arma dei Carabinieri, e a rivedere quelle immagini, a leggere tra quelle righe col senno del poi, in effetti si nota un Sergio stanco, fiacco e appesantito.

Condizioni irreversibili

È stato Paolo Madron di Lettera43, dal suo account twitter, il primo ad esporsi e ad avanzare una fatidica verità: “Cose che non si vorrebbero mai dire, ma che il dovere di cronaca purtroppo ci impone: è in coma profondo“. Un commento che in sinergia con le dichiarazioni di Elkann generava un quadro pesantemente compromesso per l’ad. A ruota, si sono moltiplicate posizioni e notizie. La Stampa si è limitata ad evidenziare la reale natura oncologica della malattia con il Corriere, fisicamente presente a Zurigo con l’inviata Giusi Fasano, che rincara la dose sottolineando come Marchionne versi in condizioni irreversibili. Maurizio Crosetti di Repubblica prova a ricostruire le dinamiche: “Venerdì le condizioni di Sergio Marchionne sono diventate drammatiche: un primo tentativo infruttuoso di attenuare la sedazione senza che il paziente riuscisse però a respirare da solo, quindi l’aggravamento ancora più deciso, ormai senza ritorno. Il paziente non reagiva più“.

“Non c’è bisogno di cambiare l’agenda, starò via pochi giorni”

Oltre all’amaro per una improvvisa e spiacevole situazione, restano però degli interrogativi aperti. Se è plausibile che FCA o lo stesso Marchionne avrebbero nascosto una malattia brutale, se non terminale, non si spiega come lo stesso amministratore avesse fissato un importante meeting con i responsabili FCA di Asia ed America. “Non c’è bisogno di cambiare l’agenda, starò via pochi giorni” avrebbe detto ai suoi collaboratori. Nel dubbio dell’eventualità, rimando ancora una volta ai toni e le espressioni di Elkann, tanto nel comunicato ufficiale quanto nella lettera che ha spedito ai dipendenti: commenti che, con una certa eleganza, lasciano poco ben sperare. Ma la speranza, beninteso, è sempre l’ultima a morire.