Mezzo milione di abitanti per 68mila chilometri quadri di terra: due dati che generano una delle densità di popolazione più basse del pianeta, 7.45 abitante per chilometro quadro. Stiamo parlano della Tasmania, meravigliosa, selvaggia e ridente isola a sud dell’Australia, della quale è stato confederato. Il primo ministro aussie William Hodgman e i suoi collaboratori si sono infatti mossi con decisione e pugno duro contro gli automobilisti più pericolosi: nonostante in Tasmania non vengano riportati incidenti con morti o feriti, da oggi in poi la sanzione massima applicabile per chi viene accusato di guida pericolosa è di ben 21 anni di reclusione, a fronte dei soli due anni di carcere che venivano comminati prima della riforma.
Dal codice della strada al codice penale
È una vera e propria dichiarazione di guerra del Governo nei riguardi dei tanti pirati della strada che sfrecciano sulle numerose e capillari autostrade del Paese, riscrivendo di fatto il codice penale. Il Parlamento ha infatti introdotto nelle scorse settimane il reato di guida pericolosa, elevandolo da sanzione stradale a reato: per la risoluzione dei casi afferenti, quindi, sarà necessario convocare la Corte Suprema anziché la normale magistratura.
Il reato nella fattispecie
Queste sensibili modifiche simboleggiano quanto le alte cariche abbiano a cuore la questione della guida pericolosa in Tasmania, sebbene quotidiani e stampa locale non denuncino fenomeni di questo tipo o comunque episodi particolarmente rilevanti. La modalità precisa di reato includerà la guida pericolosa propriamente tale, la guida in stato di ebbrezza, le competizioni clandestine su suolo pubblico e l’eccesso di velocità estremo. La Corte Suprema potrà condannare a 21 anni di reclusione un individuo che avrà compiuto anche soltanto una delle precedenti infrazioni, indipendentemente dal fatto che questi sia incensurato o che vi siano, o meno, vittime o feriti. Un modo, come ha fatto notare il procuratore generale della Tasmania Matthew Groom, per condurre gli automobilisti ad esser più responsabili.