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Tasse auto, italiani sempre più tartassati: mai così alte

Tasse auto, italiani sempre più tartassati: mai così alte come ora

Ogni possessore di auto sa bene quanto sia necessario dover affrontare una serie di spese successive a quella sostenuta al momento dell’acquisto. Oltre al rifornimento del carburante, infatti, la vettura deve essere sottoposta a una manutenzione periodica per durare più a lungo. Non si devono dimenticare inoltre i costi previsti per bollo e revisione. Le nostre tasche ne risentono certamente ma, come capita anche in altri ambiti, sono gli italiani i più tartassati. I numeri sono davvero impietosi.

Il portafoglio piange

Troppo spesso ci lamentiamo delle enormi spese a cui dobbiamo sottostare in un periodo già di per sé difficile per molti italiani. Non si tratta di una sensazione, ma purtroppo di una dura realtà. Gli automobilisti residenti nel nostro Paese, secondo quanto messo in evidenza dall’Anfia (l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) sono infatti coloro che pagano di più in Europa.

I numeri sono davvero impietosi e lasciano trasparire una tendenza al rialzo costante. Nel 2016 (è il dato più recente disponibile), siamo addirittura a 73 miliardi di euro di carico fiscale sulla motorizzazione: la cifra più alta di sempre. La percentuale sul gettito complessivo è del 16% rispetto ai 457 miliardi di entrate tributarie nazionali. Questo significa che ogni 100 euro incassati per le tasse 16 euro provengono dal settore automobilistico.

Troppe spese per gli automobilisti italiani (Foto: Getty Images)

Carburante e IVA la fanno da padrone

A cosa si devono cifre così elevate? Il conto è presto fatto. La responsabilità principale deve essere addebitata al carburante, indispensabile per potersi spostare con la propria vettura: 35 miliardi di euro di tasse nel 2016.

Altri 10 miliardi arrivano dall’IVA, che deve essere versata per aspetti quali manutenzione, riparazione, acquisto ricambi e pneumatici. Non va meglio nemmeno per il bollo auto, la tassa versata alla regione per il possesso del proprio veicolo: gli automobilisti hanno infatti pagato per questa imposta ben 6,6 miliardi di euro.

Vi sembra sufficiente? In realtà, non è finita qui. L’IVA è infatti richiesta anche per l’acquisto del veicolo e per i diritti di Motorizzazione (7 miliardi di euro). Altri 5,6 miliardi arrivano invece da parcheggi e contravvenzioni. Ulteriori 3,9 miliardi derivano dai premi assicurativi (fra Rc auto obbligatoria e polizze accessorie, come quelle richieste a chi decide di proteggersi da furto e incendio). Si devono aggiungere anche 2 miliardi di pedaggi autostradali, che hanno subito un rialzo proprio a inizio 2018, e un miliardi per i lubrificanti.

È possibile correre ai ripari?

La situazione sta quindi diventando sempre più insostenibile per milioni di italiani, già costretti a spese per diversi altri ambiti. Le elezioni sono ormai prossime e l’auspicio di molti è che il nuovo governo possa prendere in considerazione anche questo aspetto.

C’è un aspetto che non può però essere dimenticato: tutte le case automobilistiche stanno ormai prestando particolare attenzione all’aspetto dell’ambiente, ma per molti nostri connazionali è impensabile attualmente pensare di cambiare la propria vettura. L’Anfia ha comunque provato a lanciare alcune proposte, tra cui spicca l’idea di rendere più omogenei su tutto il territorio i vantaggi fiscali sui veicoli a carburanti alternativi. Anche la riduzione delle accise potrebbe rivelarsi provvidenziale.