Il travaglio del nuovo Codice della Strada sembra non avere fine. Il provvedimento aveva avuto già uno stop in estate, anche a causa della caduta del Governo giallo-verde.
La ripresa delle discussioni, che era stata anche calendarizzata, è slittata di nuovo dopo lo stop arrivato dal Ministero dell’Economia. Tutto perché non ci sarebbero i fondi per alcune delle innovazioni contenute nella riforma.
Tutte le novità della riforma
Il nuovo Codice della Strada, così come è stato delineato nella sua bozza, presentava tanti punti di cambiamento importanti. Innanzitutto l’inasprimento delle sanzioni per l’utilizzo del cellulare in auto o di altri dispositivi elettronici, poi multe più alte anche per chi non rispetta il divieto di sosta.
Nella bozza, c’era anche la proposta di istituire dei parcheggi rosa per le donne in gravidanza. L’attenzione alla sicura viabilità delle biciclette aveva anche sollecitato la proposta d’istituzione delle strade con limite di velocità a 30 km/h e l’introduzione di una distanza laterale minima dal ciclista in fase di sorpasso. Infine, ci sarebbe stata anche al vaglio la proposta d’introduzione del divieto di fumo alla guida.
Nuovo Codice della Strada: i punti controversi
La discussione sul nuovo Codice della Strada è di fatto bloccata, perché il Ministero dell’Economia non avrebbe fondi sufficienti.
Un punto particolarmente controverso si è rivelato quello riguardante l’obbligo delle cinture di sicurezza negli scuolabus, con un costo di circa 50 euro a sedile. Ciò comporterebbe dei costi per adeguare i numerosi bus pubblici di cui non si ha copertura.
La prevenzione di esenzione di bollo per le auto storiche e di inserimento in questa categoria delle macchine agricole comporterebbe un minore gettito, non sostenibile dalle casse dello Stato. Dubbi anche sull’applicabilità della previsione normativa che da la possibilità a motocicli fino a 150 cc. di circolare in autostrada, visto che questi tratti stradali sono affidati a privati.
Infine non c’è ancora alcun accordo sulla proposta della Lega di innalzare il limite su alcune strade a 150 km/h, invisa ad ASAPS, l’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale. Proprio ASAPS si è espressa sul blocco della riforma del Nuovo Codice della Strada attraverso il suo Presidente, Giordano Biserni, con queste parole: “Ma possibile che in sede di bilancio dello Stato relativo all’anno 2020, non ci sia posti un interrogativo, per esempio come e dove trovare subito le risorse per le coperture minime da individuare e riservare alla riforma del Codice della Strada, se vi era grande premura nell’approvare questo disegno di legge?“.