E’ ancora da stabilire quale sarà il destino di questa stagione di Formula Uno, condizionata dall’emergenza Coronavirus ormai diffusa su scala mondiale. I dirigenti di Liberty Media vorrebbero fare il possibile per poter partire, non solo per garantire uno spettacolo che coinvolga milioni di appassionati, ma anche per motivi economici: sia il Circus sia alcuni team hanno optato per la cassa integrazione e per la riduzione degli stipendi per arginare il problema causato dalla mancanza di entrate. Il responsabile del progetto Formula Uno, Ross Brawn, ha messo in luce come partendo a fine luglio sarebbe possibile organizzare un calendario con almeno 19 Gran Premi e non esclude che qualcuno possa svolgersi a porte chiuse.
Un calendario da riscrivere
Ormai da più di un mese gli aggiornamenti sull’evoluzione del Coronavirus sono ormai diventati una costante della nostra quotidianità. A subirne le conseguenze, e non potrebbe essere altrimenti, è anche il mondo dello sport.
La Formula Uno proprio negli ultimi giorni ha dovuto prendere atto dell’ennesimo rinvio , quello del del Gran Premio del Canada che avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 14 giugno. Un quadro di questo tipo fa quindi pensare se sia possibile una partenza nel mese di luglio. Questa prospettiva piace al direttore generale della Formula Uno, Ross Brawn. Queste sono state infatti le sue parole in merito: “Se fossimo in grado di iniziare a luglio, penso che 19 gare si possano fare, 3 di fila e poi un weekend di pausa. Va pensata la logistica, ma in testa abbiamo l’idea che siano 18 o 19 almeno. Alcune sono difficili da spostare, come Singapore che è cittadina. La logistica è particolare e metterla in un altro weekend è un problema. In altre piste permanenti è più semplice, anche rinviare di un mese e correre a porte chiuse perché non ci sono problemi di pubblicità e vendita biglietti. Dobbiamo capire cosa serve a tutti, alle strutture e a noi”.
L’ipotesi porte chiuse
“Lavoriamo per un inizio del Mondiale in Europa e a porte chiuse – ha detto Brawn ai microfoni di Sky Sports UK -. Sappiamo che non è bello correre senza pubblico, ma probabilmente sarebbe peggio non correre affatto. Valutiamo i modi e i tempi per provare a partire creando un ambiente sicuro, i team potrebbero arrivare in charter ed essere immediatamente canalizzati al circuito effettuando tutti i test del caso per evitare i contagi“.
Al momento il dirigente preferisce non sbilanciarsi troppo sulle date. Il rischio concreto, infatti, è che nelle prossime settimane possano arrivare ulteriori rinvii, ma si punta a fare il possibile per organizzare il numero di gare minimo per far sì che il Mondiale possa essere ritenuto regolare. “La nostra stagione è più lunga rispetto ad altre serie – ha aggiunto -. Il Canada è stato cancellato, se lo avessimo messo dentro avremmo dovuto rivedere di nuovo il calendario. Per questo dico che è meglio aspettare che la situazione migliori prima di presentarne uno nuovo, c’è una marea di lavoro da fare. 8 gare sono il minimo richiesto per un Mondiale di F1 con lo status FIA. Partendo ad ottobre possiamo farcela, quello è il punto di non ritorno. C’è però anche la possibilità di correre pure il prossimo anno, anche se vorremmo finire nel 2020. Va analizzato tutto, terminare a gennaio 2021 comporta complicazioni, come potete immaginare”.
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