Nel suggestivo scenario dell’autodromo fratelli Rodriguez di Città del Messico, in quello che probabilmente è lo stadio più bello della Formula Uno, Lewis Hamilton centra un successo sorprendente, tutt’altro che pronosticato alla vigilia dell’appuntamento. L’inglese ha capitalizzato un’ottima strategia dal muretto e il buon passo fornitogli dalla sua W09 nonostante una partenza problematica che l’ha visto addirittura sulla ghiaia dopo un contatto con Verstappen. Festa rovinata agli alfieri Ferrari: seppur superiore in qualifica, alla SF90 manca sempre quella concretezza sul ritmo gara e ai tattici in Rosso la malizia che ha invece regolarmente contraddistinto i rivali tedeschi.
Partenza nel segno del Cavallino
Al via Leclerc scatta bene ed è bravo a giocar di squadra con un lavoro di fino. Hamilton lo minaccia dalla terza piazza ma Vettel è bravo a risalire a prendere l’esterno per difendere l’uno-due ferrarista. In curva uno sfilano Leclerc e Vettel in parata, con Verstappen che si getta all’arrembaggio e tocca Hamilton. Entrambi sono costretti ad allungarsi sulla ghiaia perdendo posizioni preziose ma è il belga della Red Bull ad aver la peggio. Rimettendosi in carreggiata è troppo aggressivo — due tornate più tardi — in un sorpasso su Bottas: la sua posteriore destra urta l’ala anteriore e fora lo pneumatico. Gara praticamente compromessa, finirà sesto distantissimo dalla top five.
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Una tattica sbagliata, un Hamilton grandioso
Le Ferrari procedono bene nelle prime battute, marcate strette dalla Red Bull di Alexander Albon. È proprio questo che inaugura alla 15esima tornata la danza dei pit-stop, cercando un undercut su Leclerc. Dal muretto rosso in quel momento decidono di difendersi, optando per una tattica a due soste per il monegasco, che rientra ai box e monta un set di gomme gialle. A quel punto Vettel si è ritrovato Hamilton alle calcagna, in furibonda rimonta. L’inglese ha effettuato il cambio gomme al 24esimo giro, Seb è rimasto 14 giri fuori prima di rientrare. A Maranello credevano che il cinque volte campione del mondo si sarebbe fermato una seconda volta, ma si sbagliavano. Così come si sbagliava chi sperava in un down degli pneumatici: la star del Messico è indiscutibilmente Lewis, capace di guidare per 47 giri con lo stesso treno di pneumatici senza che Vettel abbia potuto minimamente sfiorarlo.
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La disperata rimonta di Leclerc
Sul finale, a gomme fresche, Leclerc ha cercato una disperata rimonta. C’è stato un momento a tre quarti di gara dove il monegasco ha effettivamente dato l’impressione di poter mangiarsi i rivali, riducendo il gap dal trenino dei primi tre ad appena due secondi. Complice, però, un errore in staccata e il degrado degli pneumatici, Charles non ha potuto esprimere ulteriormente la propria cattiveria agonistica. Festa posticipata, comunque, per Lewis Hamilton, il quale non ha potuto fregiarsi matematicamente del sesto titolo iridato a causa del terzo posto di Bottas. Ad Austin, prossima settimana, sarà gran finale. Ma la Ferrari, è questo certo, farà di tutto per rovinare le celebrazioni.
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Fonte foto in alto: F1, Sito web ufficiale