
Dopo un lungo parlarne, alla fine il cambio di Tsunoda per Lawson a partire dal GP di Suzuka è realtà!
La RedBull, dopo il deludente avvio di Lawson, sia nel GP in Australia che in quello della Cina, ha scelto di fare un repentino cambio sul secondo sedile di scuderia.
Ma è davvero così raro che un pilota cambi team a stagione in corso? Quante altre volte è successo, e quali sono i piloti più famosi che hanno vissuto questo cambio così radicale?
Scopriamolo insieme a partire da tutto ciò che si è capito con questo scambio inaspettato dopo appena due GP della stagione di Formula 1.
Il cambio di Tsunoda per Lawson in Red Bull
La decisione della RedBull di sostituire Liam Lawson con Yuki Tsunoda ha suscitato grande interesse e dibattito. Lawson, dopo aver disputato le prime due gare della stagione con risultati non convincenti, ha lasciato il posto al pilota giapponese. Tsunoda, che ha sempre mostrato grande talento e determinazione, ha finalmente avuto l’opportunità di guidare per un top team, proprio a partire dal GP di Suzuka, in Giappone e proprio nell’ultimo hanno di collaborazione della RedBull con Honda.
La ricerca della seconda guida ideale in RedBull si è trasformata in un vero e proprio casting, dove pochi riescono a superare la selezione. L’ennesimo cambio di guardia, con l’avvicendamento tra Liam Lawson e Yuki Tsunoda, evidenzia le difficoltà del team nel trovare un pilota all’altezza di Max Verstappen. Il metodo Helmut Marko, a lungo vincente, sembra essersi inceppato, richiedendo una profonda analisi interna.
Il problema della Red Bull è duplice: da un lato, la RB21, pur essendo una monoposto dall’alto potenziale, si dimostra estremamente difficile da guidare, come dimostrato dalle difficoltà di Lawson e Perez. Dall’altro lato, l’assenza di un pilota capace di avvicinarsi a Verstappen ha portato il team a bruciare diverse seconde guide, da Ricciardo a Gasly, Albon e ora Lawson.
Christian Horner punta sull’esperienza di Tsunoda, sperando che il pilota giapponese possa finalmente colmare il divario con Verstappen. Tuttavia, se anche questa mossa dovesse fallire, la RedBull dovrà rivedere il proprio metodo di selezione e gestione dei piloti, sia nel team principale che in quello satellite di Faenza.
La situazione è delicata, con Marko e Horner sotto pressione. Tsunoda rappresenta l’ultima carta del mazzo, e il suo successo o fallimento potrebbe determinare il futuro del team RedBull.
Cambio a stagione in corso, non è la prima volta
Il cambio di piloti a stagione in corso come abbiamo anticipato, non è un evento raro in Formula 1 e neppure particolarmente legato all’epoca.
Nel corso degli anni, molti piloti hanno cambiato squadra a metà campionato, per diverse ragioni.
Il cambio pilota tra Red Bull e Racing Bulls: prima di Tsunoda per Lawson
Quello di Tsunoda per Lawson è il terzo cambio di piloti fatto a stagione in corso in casa RedBull.
Daniil Kvyat – Verstappen (Barcellona 2016): il primo cambio avvenuto tra Red Bull e Racing Bulls fu nel 2016 quando di fatto inizia l’epoca Verstappen.
Pierre Gasly – Alexander Albon (Spa 2019): Il secondo scambio avvenne nella stagione 2019 a Spa e vide coinvolti Pierre Gasly e Alexander Albon, con la RedBull già alla ricerca del secondo pilota più adatto.
Il cambio pilota negli altri team di Formula 1
Ma non è solo la RedBull ad avere avuto di queste problematiche o questi cambi repentini: nella storia della Formula 1 si ricordano infatti molti piloti che hanno vestito i colori di due team differenti.
Questi i più celebri cambi di scuderia degli ultimi 50 anni di Formula 1
Niki Lauda, dalla Ferrari alla Brabham (1977)
Nel 1977 Lauda era ancora il pilota di punta della Ferrari, ma il rapporto con la squadra si era deteriorato dopo il grave incidente al Nürburgring nel 1976. Ferrari ingaggiò Carlos Reutemann come compagno di squadra per il 1977, facendo sentire Lauda poco sostenuto. Inoltre, le tensioni con Enzo Ferrari aumentarono quando il pilota austriaco criticò la gestione del team.
Nonostante fosse in corsa per il titolo, Lauda decise di lasciare Ferrari prima delle ultime due gare della stagione, subito dopo aver vinto il campionato al GP degli Stati Uniti Est.
Con Ferrari nel 1977, Lauda vinse 3 gare e conquistò il titolo con 72 punti. Passò a Brabham nel 1978, dove vinse solo 2 gare con la famosa BT46B “fan car”. Nel 1979 si ritirò temporaneamente dalla F1, insoddisfatto del progetto.
Michael Schumacher, dalla Jordan alla Benetton (1991)
Schumacher corse solo una gara con Jordan, poi passò alla Benetton dal GP d’Italia 1991.
Schumacher fece il suo debutto in F1 con Jordan al GP del Belgio 1991 come sostituto di Bertrand Gachot, arrestato per un incidente a Londra. Impressionò subito con un’ottima qualifica (7° posto), ma si ritirò in gara per un guasto alla frizione.
Dopo la sua prestazione, Flavio Briatore e Benetton agirono rapidamente, strappandolo alla Jordan con un’offerta migliore, grazie anche a una clausola che permetteva a Schumacher di liberarsi dopo una sola gara.
Con Benetton, Schumacher chiuse il 1991 con 4 piazzamenti a punti in 5 gare. Nel 1992 ottenne la sua prima vittoria e negli anni 1994 e 1995 vinse il titolo mondiale con la squadra.
Jean Alesi, dalla Prost alla Jordan (2001)
Alesi lasciò Prost dopo il GP di Germania 2001 e debuttò con Jordan al GP d’Ungheria.
La Prost GP viveva una crisi finanziaria e tecnica nel 2001, con un’auto poco competitiva. Alesi, dopo 5 stagioni senza vittorie, era frustrato. Nel frattempo, Jordan licenziò Heinz-Harald Frentzen per scarsi risultati e scelse Alesi come sostituto.
Con Prost, Alesi ottenne solo 5 punti in 12 gare. Con Jordan, finì 4° in Belgio ma il team non migliorò molto. Dopo il 2001, Alesi si ritirò dalla F1.
Giancarlo Fisichella, dalla Force India alla Ferrari (2009)
Fisichella passò da Force India a Ferrari dal GP d’Italia 2009 per sostituire l’infortunato Massa, a seguito dell’incidente in Ungheria.
Nel 2009, Force India era in crescita e Fisichella ottenne la pole position e un 2° posto al GP del Belgio, il miglior risultato della squadra.
Con Force India, fece 7 punti e sfiorò la vittoria a Spa. Con Ferrari, invece, non riuscì mai ad andare a punti nelle 5 gare disputate. Dopo il 2009 divenne collaudatore Ferrari al posto di Luca Badoer.
Carlos Sainz Jr, da Toro Rosso a Renault (2017)
Sainz era in Toro Rosso dal 2015, ma il suo rapporto con RedBull si incrinò perché il team non gli offriva opportunità in prima squadra. Renault, in cerca di un pilota esperto, lo convinse a unirsi anticipatamente alla squadra per il finale del 2017, al posto di Jolyon Palmer.
Sainz passò così in Renault dal GP degli Stati Uniti 2017.
Con Toro Rosso aveva 48 punti in 16 gare. Con Renault, ottenne al debutto una settima posizione e nel 2018 fu regolare nei punti, prima di passare alla McLaren nel 2019.
Come cambiano i punti al cambio di Tsunoda per Lawson
Una delle domande più frequenti riguarda i punti del campionato in caso di cambio di pilota a stagione in corso. I punti del campionato piloti e costruttori sono considerati due entità separate. Ciò significa che se un pilota cambia squadra nel corso di una stagione, manterrà i punti del campionato e anche le sue squadre manterranno i punti. Un pilota accumulerà poi altri punti con la sua nuova squadra e la squadra guadagnerà punti dal suo nuovo pilota.
Questo significa che tutto rimarrà invariato, e che i prossimi punti eventualmente conquistati da Yuki Tsunoda andranno ad aggiungersi ovviamente ai suoi personali nella classifica piloti, e a quelli di RedBull in quella costruttori.
Il cambio di Tsunoda per Lawson è solo l’ultimo di una lunga serie di trasferimenti di piloti a stagione in corso. Questi eventi, spesso dettati da esigenze di performance o da circostanze impreviste, aggiungono un ulteriore elemento di imprevedibilità e fascino al mondo della Formula 1. Ora non ci resta che scoprire se finalmente la RedBull potrà trovare l’equilibrio tanto cercato anche nello scorso anno, o se invece ancora una volta si troverà in difficoltà.