Il Gran Premio del Portogallo è stato vinto da Lewis Hamilton, che così ha raggiunto i 92 Gran Premi vinti, fissando un nuovo record mondiale da battere. Il campione, che aveva precedentemente raggiunto il record di Schumacher, ha voluto subito ringraziare la scuderia Mercedes.
Sul podio, insieme a lui, il compagno di scuderia Bottas e sul gradino più basso Max Verstappen, che aveva cominciato il weekend con un contatto nella seconda sessione di prove libere con Lance Stroll.
Da questo episodio era scaturito un team radio infuocato del pilota olandese, nel quale inveiva contro il collega della Racing Point. Una parola in particolare del suo sfogo è stata posta sotto attenzione. Verstappen chiama Stroll “mongolo” e subito scoppia la polemica, come riportato da Formula Passion.
La reazione dell’associazione Mongol Identity
Durante le FP2 del Gran Premio del Portogallo, Verstappen e Stroll sono stati protagonisti di un contatto, che ha portato lo statunitense fuori pista. Verstappen voleva lanciarsi per una simulazione di qualifica, ma non è stato favorito in fase di sorpasso da Stroll, che stava effettuando un lung run. Ne è nato un team radio, in cui Verstappen chiama Stroll “mongolo”.
L’associazione Mongol Identity nella persona di Uuganaa Ramsey si è detta indignata e ha indirizzato una lettera a Verstappen: “Vogliamo esprimere la nostra disapprovazione e al tempo stesso la nostra preoccupazione nel vedere utilizzato il termine “mongolo” in maniera dispregiativa”.
Ramsey attacca anche la direzione della Formula Uno, che non ha preso provvedimenti: “Siamo anche abbastanza sotto shock per il fatto che la F1 non abbia preso alcun provvedimento e ci rivolgiamo direttamente ai vertici di questa competizione. Dal 1965 l’OMS ha chiaramente stabilito che il termine “mongoloide” non poteva essere associato a chi soffre della Sindrome di Down in quanto offensivo per coloro che hanno nazionalità mongola”.
Verstappen chiama Stroll: “Mongolo”, la reazione di Marko
Nel team radio sotto accusa, Verstappen chiama Stroll “mongolo”. L’associazione Mongol Identity ha chiesto al pilota olandese di scusarsi: “Chiediamo a Verstappen scuse pubbliche e maggiore sensibilità nei confronti di persone che soffrono. Chiediamo cortesemente che il termine ‘Mongolo’ venga utilizzato in maniera corretta rispettando la sua originalità e autenticità “.
Ma Verstappen non ha ancora porto le sue scuse. Anzi, alla fine delle FP2, aveva dichiarato riguardo la possibilità di pubblicazione del team radio: “Non è un mio problema“. Indignata anche Unro Janchiv, emissaria della cultura mongola che ha risposto a Verstappen con un tweet: “Non è un mio problema?! F1 è stato fatto un briefing con l’intero team riguardo l’iniziativa “We race as one”? Max Verstappen se l’è chiaramente perso“.
A riguardo Horner ha parlato di fasi concitate di gara, mentre Helmut Marko ha fermamente condannato l’episodio: “Ho detto a Verstappen che episodi di questo genere non devono più accadere in futuro. Ha sbagliato su tutta la linea“.
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Foto in alto: Instagram Max Verstappen e Instagram Lance Stroll